di Amartya K. Sen
Edizioni Centro Studi Erickson - 2013
pp 130 - Euro 10,00
Curatore Park Y. J.
Economista di fama internazionale e premio Nobel nel 1998, Amartya Sen propone in questo volume una sintesi potente e ragionata della sua riflessione sulla giustizia, riflessione che - a partire da quella che fu l'opera pił importante della sua carriera, L'idea di giustizia - costituisce l'oggetto privilegiato dei suoi studi.
Ponendosi sul versante opposto a quello dell'istituzionalismo trascendentale - che, figlio di un certo Illuminismo, porta direttamente dal principio del contratto sociale (Hobbes, Locke, Rousseau) e da Kant al neocontrattualismo di Rawls e ai suoi epigoni pił recenti - Sen sceglie un approccio alternativo che trova i suoi riferimenti metodologici nel filone che va da Adam Smith a John Stuart Mill, passando per Jeremy Bentham e Karl Marx. Prende forma quindi una teoria della giustizia comparativa e non astratta (che non si concentra sull'isolamento di un modello ma analizza le istituzioni concrete e i comportamenti reali), relazionale e non utilitarista (che rifiuta la centralitą del reddito optando per quella delle capacitą), che si serve della scelta sociale come strumento di indagine, che valorizza le preferenze individuali e la loro pluralitą eleggendo il confronto pubblico come loro spazio di dialogo. Arricchito dai commentari critici di ricercatori che operano in Francia, Cina e Stati Uniti.