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Rassegna Stampa Estera

Reinventare il Pubblico

di Sergio Levi
Editor Pearson - Dicembre 2014
pp. 208 - Euro 1800





Reinventare il pubblico analizza i cambiamenti in corso nella Pubblica amministrazione alla luce dei passati tentativi di riforma. Il libro raccoglie dieci interviste con altrettanti studiosi dell’Università degli Studi di Milano che alla PA hanno dedicato un centro interdipartimentale (il Centro Icona) che riunisce sociologi e politologi, informatici e giuristi. Da qui il messaggio del libro: esiste un mix di scienze del pubblico che è diverso dal mix romano imperniato quasi esclusivamente sulla norma giuridica; accanto al diritto amministrativo, esso include gli strumenti di budget e di management, e soprattutto l’analisi e la valutazione delle politiche pubbliche (Regonini). Oltre a fare il punto sulla riforma della PA in un linguaggio chiaro e accessibile, Reinventare il pubblico propone una riflessione sui temi dell’innovazione (tecnologica e organizzativa) e sul modello di PA di cui il nostro paese ha bisogno per uscire dalla crisi.

Tre temi animano il libro. Al primo posto la crescente importanza del fattore umano nelle organizzazioni pubbliche. Che significa non solo centralità del cittadino, ma anche qualificazione (e soddisfazione) dei dipendenti pubblici. Non si può migliorare la qualità dei servizi se a erogarli sono dipendenti non formati e non motivati (Castelnovo); per poter valutare e responsabilizzare i dirigenti bisogna renderli autonomi dalla politica (Bordogna). Altro tema centrale è il rapporto fra innovazione tecnologica e riforma della PA. Se il 2015 sarà l’anno di Expo, il 2014 potrebbe essere l’anno dell’Agenda digitale. Le nuove infrastrutture ICT che vedono la luce in questi mesi (Nodo dei pagamenti-Spc, Sistema di interscambio-Sdi) consentiranno alle PA locali di ridisegnare i processi senza dover acquistare nuove tecnologie (liberando risorse per la formazione). Terzo tema al centro del libro è la riorganizzazione della macchina amministrativa, che richiede sistemi di gestione né troppo rigidi, né troppo lassisti (Sorrentino). Anche la valutazione andrà resa più partecipata e sensibile ai contesti reali, se si vuole che incida sui comportamenti delle persone (Gobo). Parlando di università, bisognerà chiedersi che uso vogliamo fare dei potenti sistemi di valutazione (e reclutamento) messi in campo negli ultimi anni.

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