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Sistema creditizio e assicurativo
23/11/2015

Prometeia: previsioni bilanci bancari 2015

Per Prometeia nel 2015 il risultato economico del sistema bancario italiano tornerà positivo per 4,7 miliardi di euro, per poi accelerare fino a 11 miliardi nel 2018 : tornano utile e credito, ma i rischi rimangono. Allarme esuberi per i bancari a causa di fusioni e innovazione tecnologica.




Il credito bancario tornerà a crescere dalla fine di quest’anno. L’offerta rimarrà tuttavia condizionata da vincoli regolamentari e una rischiosità ancora elevata.

Secondo Prometeia dal 2015 le rettifiche su crediti, pur rimanendo consistenti (70% del risultato di gestione), torneranno a ridursi.

Prometeia stima una contrazione della raccolta diretta fino a tutto il 2016 soprattutto per il calo delle obbligazioni, sostituire in parte dai fondi della Bce. I depositi invece continueranno a crescere

Limitati margini di ulteriore riduzione dei costi operativi, che scenderanno lievemente nel 2015 (-0,4%), per poi riprendere a crescere

Aumenta il peso del risparmio gestito nella distribuzione, cresce il sostegno delle commissioni nette a ricavi e margine da clientela, che Prometeia nel 2015 vede in crescita del 5,1%
 
Ritorno all’utile per le banche italiane

Nel 2015 il settore bancario si lascia alle spalle gli effetti più pesanti degli anni della crisi. Il risultato economico di sistema – al netto delle imposte – tornerà positivo per 4,7 miliardi di euro e sarà progressivamente più elevato negli anni successivi, fino a superare gli 11 miliardi nel 2018.

Il roe del settore potrà quindi portarsi intorno al 4% nel 2018, dall’1,7% previsto per il 2015

 
Credito bancario, segnali di risveglio

Il credito bancario tornerà a crescere dalla fine dell’anno in corso (+0,5%), sostenuto dalle manovre non convenzionali della Bce e dalla ripresa economica italiana, in accelerazione nel 2015 pur in presenza di un rallentamento di quella globale. La crescita del credito dovrebbe rafforzarsi negli anni successivi (+2,5% in media nel 2016-2018), ma le politiche di offerta rimarranno condizionate dai numerosi vincoli regolamentari e da una rischiosità del portafoglio crediti che, sebbene in graduale riduzione, rimarrà elevata soprattutto per le imprese

 
Rettifiche su crediti, si inverte il trend

Assorbiti gli effetti straordinari degli scorsi anni, dal 2015 le rettifiche su crediti cominceranno a beneficiare del miglioramento del ciclo economico e si ridurranno progressivamente, pur rimanendo consistenti per la necessità di mantenere livelli di copertura elevati. Il flusso di rettifiche assorbirà infatti ancora oltre il 70% del risultato di gestione 2015 e raggiungerà i 43 miliardi di euro cumulati nel 2016-2018.

Coerentemente con la progressiva riduzione delle rettifiche, il costo del rischio scenderà dai circa 150 punti base stimati per il 2015 a circa 80 punti base nel 2018

 
Effetto Bce, si contrae la raccolta diretta

La raccolta bancaria nel 2015-2016 continuerà ad essere condizionata dalla liquidità a basso costo della Bce. La raccolta diretta si ridurrà in media dell’1,7%, soprattutto per il calo delle obbligazioni (-12,6% nel biennio). Dal 2017, la sospensione delle politiche monetarie non convenzionali porterà un graduale sgonfiamento dell’indebitamento delle banche verso l’Eurosistema e a una flessione più contenuta della componente obbligazionaria. Solo nel 2018, però, quando le banche dovranno rimborsare i fondi T-ltro, i bond potranno tornare a contribuire positivamente alla raccolta.

I depositi continueranno invece a crescere sostenuti principalmente dai conti correnti e, dal 2016, dai depositi con durata prestabilita sui quali torneranno a concentrarsi domanda delle famiglie e offerta delle banche

 
Costi operativi, pochi margini di manovra
Le strategie di recupero dell’efficienza operativa rimarranno centrali per gli operatori. Tuttavia, i margini di ulteriore riduzione dei costi rispetto agli scorsi anni saranno limitati, in considerazione degli adeguamenti normativi richiesti (Schema di Garanzia dei Depositi, Fondo Nazionale di Risoluzione, tra gli altri) e degli investimenti necessari a supporto del nuovo modello di servizio. Nell’assetto bancario attuale i costi operativi si ridurranno dello 0,4% nel 2015, per poi riprendere a crescere nel prossimo anno (+0,8% nel 2016-2018)

 
Risparmio gestito per salvare i margini
La crescita del margine da clientela nell’anno in corso (+5,1%) sarà sostenuta principalmente dalla riduzione del costo della raccolta. A partire dal 2016 la progressiva ripresa dei prestiti in bonis fornirà un maggior contributo al margine, su cui tuttavia peseranno maggiormente i costi di raccolta: il margine da clientela crescerà così del 3,7% in media nel 2016-2018.

L’andamento del margine di interesse sarà limitato dal flusso di interessi su titoli, che scenderà fino al 2017 per effetto dei bassi rendimenti (euribor a 3 mesi resterà negativo per quasi tutto il prossimo anno, Bund ancora sotto il 2% al 2018) e portafogli di proprietà in graduale riduzione, per poi tornare a crescere nel 2018. Complessivamente il margine di interesse si ridurrà nel 2015 (-1,8%) e avrà una ripresa modesta nel triennio successivo (+1,3% medio annuo).

La ricchezza finanziaria delle famiglie, ancora in crescita, continuerà a ricomporsi verso investimenti finanziari a medio e lungo termine. In particolare, nei prossimi anni aumenterà il peso del risparmio gestito, anche se con una crescita meno intensa del 2013-2015, sostenuto da politiche di offerta volte ad aumentare la redditività attraverso un modello di business più orientato ai servizi.

Le commissioni nette daranno quindi ancora un importante sostegno ai ricavi in tutti e tre gli anni di previsione, con una crescita più marcata di quella del margine di interesse. L’incidenza delle commissioni nette sul margine d’intermediazione (al netto dei ricavi di negoziazione e valutazione al fair value) pertanto continuerà a crescere portandosi poco sotto il 15% nel 2018 (era intorno al 9% nel 2013).

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