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Politica economica
28/09/2017

ISTAT: nota trimestrale sull'occupazione in Italia

L'Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato i periodici dati relativi alla disoccupazione in Italia: il tasso di occupazione è risultato in crescita al 57,8%. L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda tutte le classi dimensionali d’impresa.




Nel secondo trimestre 2017 prosegue la tendenza all’aumento dell’occupazione su base annua e in termini congiunturali. 
Le dinamiche del mercato del lavoro si sono sviluppate in un contesto di significativa e persistente crescita del prodotto interno lordo, che ha segnato nuovamente un aumento congiunturale dello 0,4%, con un tasso di crescita tendenziale che ha raggiunto l’1,5%; l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) mostra una dinamica più lenta rispetto a quella del Pil (+0,2% sotto il profilo congiunturale e +0,7% in termini tendenziali). 

Il tasso di occupazione destagionalizzato è risultato pari al 57,8% , in crescita di due decimi di punto rispetto al trimestre precedente. Considerando l’ultimo decennio (2008-2017), il tasso recupera oltre due punti percentuali rispetto al valore minimo (terzo trimestre 2013, 55,4%) ma è ancora distante di un punto da quello massimo registrato nel secondo trimestre del 2008 (58,8%). 
In questo contesto, l’insieme dei dati provenienti da fonti diverse mette in luce i seguenti aspetti significativi:


La crescita tendenziale dell’occupazione è ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,1%, Istat) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2%, Istat). Ciò trova conferma nei dati del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate (+437 mila posizioni lavorative nella media del secondo trimestre 2017 rispetto al secondo del 2016, e nei dati dell’Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private.

L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda tutte le classi dimensionali d’impresa   Il lavoro indipendente continua a diminuire sia a livello tendenziale (-203 mila occupati, -3,6%, Istat) riguardando in quasi un terzo dei casi i collaboratori, sia congiunturale (-71 mila occupati, -1,3%, Istat), accentuando il suo trend negativo di medio periodo.

Le posizioni lavorative dipendenti presentano, nei dati destagionalizzati, un incremento congiunturale concentrato nel settore dei servizi. Nel secondo trimestre 2017 dalle CO le attivazioni hanno superato i 2,3 milioni di unità a fronte di 2,2 milioni di cessazioni, determinando un saldo positivo (attivazioni meno cessazioni) di 111 mila posizioni di lavoro dipendente: ciò è dovuto alla crescita nei servizi (+98 mila posizioni) e, seppure ridotta, nell’industria in senso stretto (+11 mila). Nell’agricoltura si osserva un lievissimo incremento (+4 mila) mentre nelle costruzioni prosegue la lieve riduzione (-2 mila posizioni). Andamenti analoghi si riscontrano nelle posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo (Istat) dove la variazione congiunturale dell’1,1% (+131 mila posizioni) è dovuta a un aumento consistente nei servizi (+1,5%, +119 mila posizioni) e meno marcato nell’industria in senso stretto (+0,4%, +13 mila) a fronte di una variazione nulla nelle costruzioni

Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative
dipendenti sulla base delle CO è frutto di 56 mila posizioni a tempo indeterminato e di 55 mila posizioni a tempo determinato. Se le prime crescono ininterrottamente dal 2015, anche se in forte rallentamento nell’anno successivo, per le posizioni a tempo determinato l’incremento è iniziato dal secondo trimestre 2016 


Secondo i dati delle CO del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, su base annua, per il quinto trimestre consecutivo è continuato a ritmi crescenti l’aumento del lavoro dipendente a tempo determinato (rispettivamente +44 mila, +66 mila, +145 mila, +241 mila, +329 mila). Questi segnali si rafforzano se si considerano le imprese industriali e dei servizi che mostrano, anche secondo la fonte Uniemens-Inps, un forte incremento del tempo determinato (+482 mila su base annua; . Contestualmente, per le posizioni lavorative a tempo indeterminato si osserva una sostanziale stabilizzazione della crescita in entrambe le fonti.


Secondo i dati Istat sulle forze di lavoro, si continua a registrare un aumento tendenziale dell’occupazione (+153 mila) a fronte della diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-154 mila) sia degli inattivi (-76 mila). Significativo l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sul mercato del lavoro  che contribuisce a spiegare la crescita del numero degli occupati ultracinquantenni, indotta anche dall’allungamento dell’età pensionabile. I tassi di occupazione per età, che per definizione non risentono degli effetti demografici, crescono su base annua per le persone con più di 34 anni – e in particolare per gli ultracinquantenni - mentre permane debole la tendenza al recupero per i giovani fra i 15 e 34 anni 


Il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti (Uniemens-Inps), dopo 4 anni di calo ininterrotto e una prima inversione di tendenza nel quarto trimestre 2016 (+2,5%), nel primo trimestre 2017 ha fatto registrare una significativa ripresa (+13,5%), in seguito anche all’abrogazione del lavoro accessorio (voucher), che si è accentuata notevolmente nel secondo trimestre 2017 (+73,7%;

Resta invece sostanzialmente stabile l’intensità lavorativa misurata come numero medio di
giornate retribuite nel mese, pari a 10.

Il numero dei lavoratori coinvolti nel lavoro somministrato continua a crescere: nel secondo
trimestre del 2017 la variazione tendenziale raggiunge il valore massimo (+24,4%) degli ultimi 5 anni a fronte di una stabilità di intensità lavorativa (21 giornate retribuite nel mese) 

Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all'Inail nel secondo trimestre del 2017 sono stati 140 mila (di cui 120 mila in occasione di lavoro e 20 mila in itinere) in diminuzione dell'1,5% (-2.127 denunce) rispetto al secondo trimestre del 2016. Nello stesso periodo le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 229 contro le 223 dell'analogo trimestre dell'anno precedente con un aumento di 6 casi, pari al +2,7% 


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