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Sistema previdenziale
03/02/2021

Rapporto ADEPP 2020

Pubblicato da ADEPP il decimo rapporto sulle assicurazioni complementari e Previdenza Privata in Italia: il totale degli iscritti alla previdenza complementare a fine 2019 è di 8,3 milioni, il 4 per cento in più rispetto all’anno precedente. 


Un sistema che si fa carico totalmente delle difficoltà economiche, occupazionali dei propri iscritti nonostante debba fare i conti con problemi di portata globale. E' il quadro degli enti previdenziali privati che emerge dal rapporto elaborato dal centro studi Adepp.

Il calo demografico, la crisi economica e pandemica, la mancanza di uno sviluppo tecnologico rispondente alle necessità e alle richieste del mercato, l’abbandono della professione o l’entrata sempre più tardiva nel mondo del lavoro, la discontinuità occupazionale, hanno costretto le Casse di previdenza da una parte a mettere in campo sempre più azioni di sostegno e dall’altra a rivedere le proprie politiche tese a garantire la sostenibilità di lungo termine. Un dato su tutti: il numero di prestazioni, negli ultimi 14 anni, ha registrato un + 70% e gli importi erogati un +95%. Solo nel 2019 sono stati 7 i miliardi erogati in prestazioni.

Oltre un miliardo di euro è stato anticipato dagli Enti di previdenza privati per pagare il reddito di ultima istanza al 47% dei propri iscritti. La fotografia che appare dal X Rapporto Adepp ci rimanda un Paese dove i giovani professionisti guadagnano meno dei colleghi senior, le donne meno degli uomini e quelli che risiedono nel Sud Italia meno di quelli del Nord e del Centro. Negli ultimi 14 anni, il reddito nominale dei liberi professionisti è aumentato del 2,4% mentre quello reale è sceso di quasi il 14%.

Pressoché stabile resta invece il reddito nell’ultimo anno di analisi. I liberi professionisti 'under 40' guadagnano un terzo dei loro colleghi over 50. I professionisti nel Mezzogiorno dichiarano un reddito del 50% inferiore ai colleghi del Nord mentre i professionisti del centro Italia dichiarano il 20% in meno. Un esempio tra tutti: un professionista uomo del Trentino-Alto Adige guadagna in media 62 mila euro all’anno, un collega della Calabria poco più di 13 mila euro annui. "Queste tendenze sottolineano la necessità di investire con politiche che sostengano il lavoro e i redditi dei professionisti", dice il presidente dell’Adepp, Alberto OlIveti.

Dal Rapporto emerge che tra i professionisti crescono i pensionati attivi, con +4,16% rispetto all’anno precedente e oltre il +100% negli ultimi 14 anni. "Le riforme, che stanno gradualmente, ma costantemente incrementando l’importanza della componente contributiva nel computo della misura delle prestazioni pensionistiche, hanno incentivato la prosecuzione del versamento dei contributi anche dopo la pensione”, osserva Oliveti. Più della metà degli iscritti (53%) rientra nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni. Il numero di iscritti 'under 40' è diminuito dal 41% del 2005 all’attuale 28,1%, mentre nello stesso arco temporale è aumentato il numero degli 'over 60' che è cresciuto dal 10% al 19%.

Le donne diventano professioniste prima degli uomini (32 anni contro i 35 dei colleghi) e tra gli 'under 40', le professioniste rappresentano il 53%. Ma la tendenza alla femminilizzazione si ferma con il passare degli anni. Infatti, le donne tra i 50 e 60 anni rappresentano solo il 33% degli iscritti e le proporzioni diminuiscono ulteriormente con l’aumentare dell’età. Un dato dovuto al fatto che le donne scelgono la libera professione solo da pochi anni e alcune l'abbandonano perché non conciliabile con gli impegni familiari (figli, genitori anziani, ecc).


Per  maggiori informazioni:

www.covip.it



Rapporto ADEPP 2020

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