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Politica economica
21/05/2021

Eurispes: Rapporto Italia 2021

Presentato a Roma l'annuale Rapporto sull'Italia, redatto da Eurispes. Il Rapporto giunto alla sua 33° edizione scatta da anni una fotografia del Paese quanto mai nitida. Approfondimenti su Economia Media e Società.


Eurispes, Rapporto Italia 2021

33° RAPPORTO ITALIA

Per una nuova Ri-costruzione - “Programmare non è proiettare il presente nel futuro, ma l’opposto, avere una idea di futuro da innestare nel presente”

Il Rapporto Italia, giunto quest’anno alla 33a edizione, ruota attorno a 6 capitoli, ciascuno dei quali offre una lettura dicotomica della realtà esaminata. Ogni capitolo è illustrato attraverso i saggi e 60 schede fenomenologiche. Vengono affrontati, quindi, attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Istituto ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.

Le dicotomie tematiche individuate per il Rapporto Italia 2021 sono:
Continuità/Frattura • Oikos/Kosmos • Sostenibilità/Insostenibilità
Scienza/Coscienza• Salute/Malattia • Meridione/Settentrione

Ad arricchire il Rapporto, le indagini campionarie che, nell’edizione di quest’anno, hanno sondato alcuni dei temi tradizionalmente proposti dall’Eurispes e altri di recente interesse: la fiducia nelle Istituzioni, l’opinione su alcune delle misure proposte o introdotte dal Governo, la situazione economica delle famiglie e i consumi, l’idea di futuro tra i giovani, gli stereotipi e il politicamente corretto, i temi etici, gli stereotipi su Nord e Sud del Paese, il mondo degli animali, le nuove abitudini alimentari, lo stalking, la salute mentale e l’uso dei farmaci, l’informazione attraverso i media, il mondo dello scoutismo attraverso l’indagine condotta in collaborazione con l’Agesci, lo smart working, il cambiamento delle abitudini a causa della pandemia.

Nel Rapporto vengono, inoltre, affrontati attraverso le schede fenomenologiche diversi altri temi di stretta attualità come, ad esempio, i fenomeni migratori, la capacità di innovazione del Made in Italy, la moda sostenibile, la comunicazione veicolata attraverso i Social Network, gli E-Sport, la questione meridionale, le professioni del futuro, la valorizzazione del capitale umano, il fisco e le possibili riforme, la robotica e l’industria 4.0, la moda etica, la Scuola in digitale, gli alunni con bisogni educativi speciali, le smart cities e le nuove esigenze abitative, le infrastrutture.

Nelle considerazioni generali che aprono il Rapporto il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha voluto sottolineare: «La pandemia ha messo in discussione valori, interessi, scelte, etiche, priorità, prospettive. Ha ridisegnato alleanze, confini politici, rapporti tra Stati. Ha imposto nuovi percorsi economici e sociali. Ha messo in risalto fragilità e ritardi del sistema, inefficienze e incapacità nella gestione della complessità. Ha mostrato il fallimento delle pretese taumaturgiche delle autonomie regionali. Ma, soprattutto, ha fatto emergere la necessità di ricostruire una identità statuale compressa negli anni da una devoluzione verso il basso, le Regioni, e verso l’alto, l’Europa. Nello stesso tempo, ha archiviato l’idea che i cittadini possano sostituire efficacemente – e ad un livello etico supposto superiore – le Istituzioni politiche.

Il Covid è anche il salutare “scapaccione educativo” dato da un padre burbero e un po’ all’antica per richiamare il figlio scapestrato a più miti consigli e al senso di responsabilità. Un microscopico virus ha qualificato il gigantesco tema del futuro come “necessità” e imposto a tutte le generazioni l’urgenza di impegnarsi nella coltivazione di un pensiero a lungo termine.

Il Paese dis-organizzato, così come è oggi, non è in grado di sostenere le sfide che la pandemia ha lanciato. Senza una pacifica “rivoluzione culturale” saremo destinati all’oblio, ad una deriva dell’esserci senza essere, alla perdita di quel tanto di identità rimasta.

Intanto, crescono l’insofferenza, l’insicurezza e la ricerca di un futuro possibile, ma soprattutto la richiesta di una guida sicura che liberi il Paese dall’incertezza e dall’approssimazione con le quali è stato condotto sin dall’inizio della pandemia. L’insediamento del Governo Draghi – frutto dell’incessante lavoro del Presidente della Repubblica – è il segno della raggiunta consapevolezza, tra le diverse forze politiche, della gravità della situazione.

Istituzioni litigiose, in contraddizione o distanti tra loro diffondono un senso di sfaldamento proprio laddove, invece, dovrebbe passare la percezione di un “serrate i ranghi” a ogni livello; di qui il disagio generale, l’incertezza del presente, la paura del futuro. l’arrivo della pandemia si inserisce in un quadro di grande difficoltà di un Paese segnato da una profonda crisi economica e sociale e da una crisi demografica che assottiglia di anno in anno il numero delle nascite. Insomma, un Paese sempre più povero e sempre più vecchio che, nello stesso tempo, registra il progressivo indebolimento dei ceti medi, vera spina dorsale della democrazia.

Di particolare importanza sono i cambiamenti che stanno intervenendo nelle nozioni di tempo, nel rapporto tra passato, presente e futuro; come nelle nozioni di spazio, nel rapporto tra locale, nazionale, internazionale, tra virtuale e reale. Quale futuro vogliamo costruire?

La costruzione degli scenari futuri va al di là di una semplice proiezione della situazione presente: richiede una visione, una idea di futuro possibile, un sistema di valori di riferimento, in sostanza un pensiero forte in grado di guidare le nostre azioni di oggi verso una direzione ben precisa. In questo senso, valgono ancor oggi gli ammonimenti di uno dei padri della programmazione strategica, Hazan Özbekhan, co-fondatore e primo direttore del Club di Roma, 1968: «Programmare non è proiettare il presente nel futuro, ma l’opposto, avere una idea di futuro da innestare nel presente».

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Aumentano gli sfiduciati nei confronti dell’operato delle Istituzioni (+7,6%)
Nell’ultimo anno, aumenta il numero degli italiani che indicano una diminuzione della propria fiducia nei confronti delle Istituzioni del nostro Paese: dal 24,9% del 2020 al 32,5% del 2021.

Mattarella: il miglior risultato da inizio mandato
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, raccoglie invece il miglior risultato di fiducia da inizio mandato, con una quota di cittadini che esprime il proprio consenso pari al 57,7% e un aumento di 2,8 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Cresce anche il Parlamento, ma sempre con livelli bassi di consenso
Il Parlamento raccoglie, nel 2021, il 34,4% dell’apprezzamento dei cittadini (era il 25,4% nel 2020).

Cala l’apprezzamento nei confronti della Magistratura
Il consenso nei confronti della Magistratura passa dal 49,3% del 2020 al 47,7% raggiunto nel 2021. Un risultato comunque migliore del dato atteso.

Presidenti di Regione: uomini soli al comando. Prevalgono i giudizi negativi
Il 42,6% dei cittadini indicano un giudizio positivo per il proprio Presidente di Regione, mentre gli sfiduciati toccano quota 49%.

Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza: un punto fermo nella fiducia degli italiani
Nell’incertezza e nella variabilità manifestata dal giudizio generale nei confronti delle Istituzioni, le Forze dell’ordine e di polizia restano un faro e continuano a tracciare un segno importante della vicinanza tra i cittadini e il sistema istituzionale. Grande apprezzamento esprimono dunque i cittadini per la Polizia di Stato (69,2%), per l’Arma dei Carabinieri (64,7%) e per la Guardia di Finanza (67,7%).

L’Intelligence
Sei italiani su dieci si dicono fiduciosi nel lavoro della nostra Intelligence.

Le Forze Armate confermano gli altissimi livelli di fiducia degli anni passatI
Continua ad essere apprezzato anche il lavoro delle Forze Armate registrando livelli alti di consenso: Esercito Italiano (71,5%) Aeronautica Militare (72,6%), Marina Militare (73,6%).

Le altre Istituzioni
Da un anno all’altro, restano stabili nei consensi in particolare per la Scuola (dal 65% nel 2020 al 66,5% rilevato nel 2021); la Protezione civile (dal 77,8% al 77,2%); l’Università che si mantiene sul 70% circa del grado di fiducia. Ugualmente stabili, ma con un tasso di fiducia molto meno importante, i Partiti si posizionano nell’ultima rilevazione al 27,2% (il dato era pari al 26,6% nel 2020). In discesa i Sindacati: dal 46,4% del 2020 all’attuale 40%, e la Chiesa cattolica (-6,7%) che passa dal 53,4% dei fiduciosi al 46,7%. Cresce in termini di consensi il Sistema sanitario nazionale: dal 65,4% del 2020 al 71,5% del 2021. Il 50,8% dei cittadini è sfiduciato nei confronti dell’Europa.

Come far ripartire l’economia?
Secondo il 51,2%, dei cittadini sarà possibile superare la crisi economica solamente con un ruolo più forte dello Stato. Il 50,4% si dice favorevole nel replicare, per la realizzazione delle opere pubbliche nel nostro Paese, il modello “ponte di Genova”.

Per maggiori informazioni:

www.eurispes.it


RAPPORTO EURISPES 2021 - PRESENTAZIONE

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