Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera
Politica economica
25/10/2004

IV Trimestre 2004

SCENARIO INTERNAZIONALE:l'avvio del quarto trimestre dell'anno si lascia alle spalle un rallentamento della congiuntura, più accentuato nei paesi industrializzati. Questa fase, definita dal governatore della Fed "soft patch", può essere interpretata come una fase di stabilizzazione, in cui l'economia deve fronteggiare rischi nuovi. Primo fra tutti l'aumento delle quotazioni petrolifere, che rappresenta una minaccia per l'economia mondiale per gli effetti che potrà esercitare su crescita e inflazione.

AREA EURO: la ripresa economica dovrebbe proseguire per intensificarsi leggermente nel corso del prossimo anno (la Commissione UE parla di un 2% di crescita nel 2004 e del 2,3% nel 2005).Nel primo semestre 2004 l'economia europea è cresciuta rispettivamente dello 0,5% e dello 0,6% su base trimestrale. Si tratta del semestre migliore dal 2000, ma l'analisi del disaggregato evidenzia quanto la crescita dipenda ancora troppo dalle esportazioni ( che ne hanno determinato ben l'80%). La debolezza dei consumi e della domanda domestica è comprovata, ed è difficile che si possa riprendere in ragione della disoccupazione rimasta stabile (9% contro l'8,9% di inizio anno e al livello massimo degli ultimi 5 anni) e dell'inflazione, soprattutto quella percepita, che resta in quasi tutti i paesi più alta di quella reale. Sulla congiuntura pesa inoltre l'incertezza relativa alle riforme dei sistemi di welfare e del mercato del lavoro. In tale contesto non sembra ragionevole attendersi un rialzo a breve dei tassi da parte della BCE. Rispetto agli USA l'area euro è maggiormente bisognosa di sostegno e probabilmente non è ancora arrivato il momento di togliere l'elemento di stimolo rappresentato da tassi di interesse accomodanti. Per l'Europa il momento è cruciale e solo se gli investimenti riprenderanno vigore, traducendosi in maggior occupazione e maggiori consumi, potranno essere rispettate le stime di crescita.

PETROLIO E INFLAZIONE:il continuo rialzo del prezzo del petrolio sta rappresentando un motivo di preoccupazione specifico da parte di tutti gli attori economici e questa analisi non può esimersi dal prenderlo in considerazione. Da inizio anno si è assistito ad un vero e proprio rally del prezzo del greggio dovuto principalmente all'aumento della domanda da parte dei paesi asiatici (la Cina ha aumentato del 40% le importazioni), all'instabilità politica in Iraq e in Nigeria, agli effetti degli uragani in Messico (l'offerta si è ridotta di 500.000 barili/giorno), alla componente speculativa, che incide per circa 10 dollari /barile. Anche gran parte delle materie prime hanno visto crescere le proprie quotazioni, in particolare ad opera dei paesi asiatici. In Europa diversi membri della BCE non nascondono che l'aumento delle quotazioni del greggio potrebbero avere un impatto sulla crescita e ancor più sull'inflazione, quest'ultima relativamente depressa da una domanda ancora debole.


Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind