Secondo uno studio della Federazione Autonoma Bancari Italiani un deposito in Trentino alto Adige frutta il triplo rispetto alla Campania.
Nei salvadanai degli italiani 1.151 miliardi di euro a fine 2023 ma in un anno il saldo totale è sceso di 43 miliardi (-3,6%).
Sono passati quasi due anni dal primo ritocco dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea e continua a essere contenuto il premio sulla liquidità delle famiglie italiane, con divergenze, anche importanti, tra le 20 regioni italiane. Il ritorno dell’inflazione ha consegnato, tra strette economiche e caro mutui, anche un Paese che, purtroppo, non incoraggia il risparmio. Si registrano, a fine 2023, ampie divergenze territoriali per qer quanto riguarda i tassi d’interesse che le banche riconoscono sui conti correnti.
Complessivamente, il quadro geografico favorisce le famiglie del Centro e del Nord Est Italia, dove alla clientela viene riconosciuto dalle banche rispettivamente un tasso medio sulla liquidità pari allo 0,48% e allo 0,35%, ma con lo scettro per il premio pagato sui depositi delle famiglie che va al Trentino Alto Adige, dove il tasso raggiunge il picco dello 0,64%.
Cattive notizie, invece, per risparmiatori del Sud, con un tasso medio dello 0,29% su tutti i depositi e con la maglia nera della Campania che riconosce solo un tasso dello 0,24% pagato ai risparmiatori. Infine, le banche del Nord Ovest riconoscono in media uno 0,32% sulla liquidità, con un tasso che varia dallo 0,22% della Valle d’Aosta a un massimo dello 0,36% per le famiglie della Lombardia. In media, i tassi passivi sui conti correnti e depositi bancari in Italia si attestano a uno 0,21% per importi fino a 50mila euro fino a un massimo dello 0,63% per cifre superiori a 250mila euro. Per chi ha depositi compresi da 50mila euro e 100mila euro, il tasso raggiunge la media dello 0,27% mentre sfiora lo 0,35% per le somme fino a 250mila euro.
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