Presentato dalla Commissione Europea uno studio relativo all'evoluzione dello Smart Working dopo la Pandemia di Covid 19. L'analisi evidenzia un aumento diffuso della prevalenza del lavoro da casa nei paesi dell’UE e nelle singole regioni.
A seguito dell’improvvisa espansione del telelavoro in tutta l’UE durante la pandemia di COVID-19, questo studio rivela un aumento diffuso della prevalenza del lavoro da casa nei paesi dell’UE, nelle singole regioni e tipologie territoriali.
Sebbene i tassi di telelavoro siano leggermente diminuiti rispetto al picco raggiunto al culmine delle restrizioni legate al COVID-19, rimangono nettamente più alti rispetto ai livelli pre-pandemia nell’UE, riflettendo un cambiamento duraturo nelle pratiche di lavoro.
Nonostante questa tendenza comune, persistono forti disparità, soprattutto tra le aree urbane e rurali, tra le regioni della capitale e le altre, ma anche tra paesi.
L'analisi regionale dell'indagine sulla forza lavoro dell'UE sottolinea il ruolo critico delle strutture occupazionali regionali nello spiegare le differenze nella prevalenza locale del telelavoro.
I risultati mostrano che la possibilità di effettuare il telelavoro, determinata dalle mansioni lavorative, è diventata un fattore predittivo ancora più significativo della prevalenza regionale del telelavoro dopo la pandemia.
Lo studio mette anche in discussione alcuni presupposti comuni sulla connettività Internet rurale, che è migliorata notevolmente rispetto a prima della pandemia, e che ora potrebbe avere un’importanza relativamente minore rispetto alla struttura occupazionale regionale come motore del telelavoro.
La ricerca suggerisce inoltre che sia la portata che la frequenza del telelavoro sono importanti per lo sviluppo regionale, evidenziando i molteplici compromessi politici con la promozione del telelavoro per la sostenibilità e l’equità regionale in un panorama post-pandemia.
