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Rassegna Stampa Estera

La scommessa della decrescita

a cura di Serge Latouche
Edizioni Feltrinelli - 2007
pp. 215 - Euro 16,00




Il termine "decrescita" suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate.

L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale.

Ma come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo?


Fino a qualche anno fa il termine “decrescita” non figurava in alcun dizionario che trattasse di economia o società, mentre si potevano trovare alcuni concetti simili come “crescita zero”, “sviluppo sostenibile” e “stato stazionario”.

Con questo libro, vero e proprio manifesto teorico della “Società della decrescita”, Serge Latouche che è docente e studioso molto noto nell’ambito dell’antropologia economica, rilancia la decrescita come la parola d’ordine per “interrompere la cantilena dei drogati del produttivismo”.

Latouche, che ha scritto numerosi saggi tra cui "L’occidentalizzazione del mondo" (1992) e "Come sopravvivere allo sviluppo" (2005), in questo libro rimette in discussione il dogma, il mito della crescita e dello sviluppo economico imposto dal mercato, e si chiede: perché “crescere sempre più?”

Alla ricerca inevitabile di un continuo aumento del Pil? Al costo di una distruzione progressiva dell’ambiente, di un inquinamento sempre maggiore degli oceani e di una scomparsa fino ad esaurimento delle risorse naturali?

Latouche ci spiega perché è necessario orientarsi verso un modello diverso, basato su altre e più sostenibili priorità. Illustra come si potrebbe ripensare la società inventando un’altra logica sociale e cercando di costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo.

Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l’economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, è necessario garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una “Società della decrescita”.

Tutti temi questi che già compaiono nell’agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico.

Questo è un libro capace di scuotere le opinioni e le abitudini consolidate degli abitanti dei Paesi ricchi e sviluppati del pianeta. Uno scritto efficace e non catastrofista, in grado di far riscoprire il senso profondo dell’ecologia, la problematica dell’aumento demografico, la razionalità delle politiche del riciclo e del riutilizzo di risorse e materiali. Un libro, come scrive l’autore, zeppo di verbi che iniziano per “r” e per “ri-“, che lanciano tutti la scommessa della decrescita: “ridurre, ridistribuire, rilocalizzare, rallentare, restituire, rimborsare, rinunciare…”.

Un saggio che fa riflettere, destinato a far discutere.


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