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Sistema creditizio e assicurativo
25/03/2008

Le Banche trainano gli investimenti in tecnologie


Gli istituti di credito sono i maggiori investitori in nuove tecnologie e ICT in Italia, secondo il recente rapporto "Scenario delle tecnologie in Banca" presentato a Milano lo scorso 10 marzo.
 
 
 
a cura di Pietro Gentile
 
Sei miliardi di Euro all’anno: è questa la cifra che il sistema bancario italiano investe in nuove tecnologie e ICT (Information & Communication Technology) in Italia. E’ una cifra ragguardevole che rappresenta il 23% degli investimenti totali in nuove tecnologie da parte dell’intero sistema economico italiano. Questo è il dato principale che emerge dal recente rapporto “Scenario delle Tecnologie in Banca” distribuito da ABI Lab, nel corso dell’annuale Forum dedicato al rapporto tra banche e tecnologie, svoltosi a Milano il 10 e 11 marzo 2008.
 
 
Secondo lo Studio presentato da Abi Lab, Consorzio per la Ricerca e lo Sviluppo delle Tecnologie per la Banca promosso dall’Associazione Bancaria Italiana, le banche sono i primi investitori in nuove tecnologie nel nostro paese. Tale “primato nazionale” sarà confermato anche per l’anno 2008 a causa degli imponenti sforzi che gli istituti italiani affronteranno nei prossimi mesi per portare a termine i processi di fusione in atto. Tali attività prevedono infatti importanti investimenti per raggiungere le sinergie previste nell’integrazione dei sistemi informativi in essere presso le singole banche.
 
Analizzando la spesa ICT delle banche italiane, i costi per gli adeguamenti alle nuove normative emanate a livello europeo e di compliance (SEPA, Basilea II, IAS/IFRS, MiFID, Antiriciclaggio) come per gli anni precedenti rappresentano ancora la fetta maggiore con il 21,8 % del totale.
 
Ma l’aspetto positivo che emerge con maggiore evidenza è costituito dalla crescita degli investimenti per lo sviluppo del Business e per l’evoluzione dei Nuovi Canali: secondo il Rapporto  2008, oggi il 97% delle banche italiane offre ai propri clienti il Servizio Online.
Particolare attenzione, è riservata alla sicurezza informatica, su cui da sempre le banche investono. E’ un settore in costante crescita con lo sviluppo di nuove soluzioni sempre più sofisticate che vanno di pari passo con la crescita dell’Online Banking. In particolare nel corso dell’ultimo anno sono stati adottati da molti istituti di credito dispositivi quali i “Token” e carte a combinazione in grado di produrre “one time password”, di fondamentale importanza nella prevenzione di fenomeni criminali quali il “phishing” ed il furto d’identità.  In ambito Security, un numero sempre più ampio di banche si serve delle applicazioni legate alla biometria per la conferma delle credenziali fornite dal singolo utente al fine di concedere l’accesso ai propri sistemi online.
 
Con l’evolversi del cosiddetto Web 2.0 le molte innovazioni viste in questi anni in tutti i settori del Business Online stanno iniziando ad influenzare anche il settore delle banche online nate alla fine degli anni ’90 e sostanzialmente rimaste tali per quasi dieci anni.
 
Concetti come il Social Networking, la Wikinomics  ed in generale l’aspetto sociale della Rete, che ha raggiunto oggi la sua maturità ed una “massa critica” di utenti, sono stati protagonisti nel corso delle presentazioni e nelle tavole rotonde che hanno caratterizzato la “due giorni” milanese.
 
Le Tecnologie, pur rimanendo importanti nell’ambito del Servizio Online, lasciano sempre più spazio alle Persone ed al modo in cui queste interagiscono fra loro e con la banca.
Fare Network diventa fondamentale sia all’interno della struttura finanziaria dove sempre più banche istituiscono ambienti virtuali in cui i dipendenti si relazionano attraverso strumenti quali Blogs, Wiki e Forum,  che all’esterno dove un cliente sempre più esigente ed ormai esperto del servizio telematico potrebbe diventare come nei paesi anglosassoni un “prosumer”. L’utente del servizio potrebbe cioè costruire in collaborazione con la banca i “prodotti finanziari” di cui ha bisogno. E se tali ipotesi sembrano ancora lontane per il mercato italiano, è sufficiente osservare cosa sta avvenendo in Inghilterra o negli Stati Uniti, dove la Banca Peer-to-Peer o fenomeni quali la creazione di Fondi Comuni d’Investimento con la “consulenza attiva” degli stessi clienti rappresentano una realtà in forte crescita.
 
Secondo Romano Stasi, Responsabile della Segreteria Tecnica di Abi Lab, il Web 2.0 è la nuova frontiera su cui le Banche italiane potranno investire per aggiungere una nuova modalità di comunicazione, una interazione sempre più semplice ed integrata, attraverso la quale il cliente sarà in grado “costruire” un rapporto ancora più diretto con la propria banca.
 
L'accesso alle Ricerche di ABI Lab, presenti sul relativo sito Internet, è consentito a tutti i dipendenti delle banche aderenti al Consorzio, previa registrazione.
 
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