Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera

Innovazione e sviluppo

Miti da sfatare, realtà da costruire
di Alfonso Gambardella
Edizioni Egea - anno 2009
pp. 200 - Euro 19,00
 
 
 
Il diario della crisi ci suggerisce che abbiamo superato il momento della ricerca di soluzioni circoscritte all’ambito finanziario. Di fronte a una crisi che si è fatta reale necessitiamo di soluzioni reali. Risponde proprio a questa esigenza l’ultima fatica di Alfonso Gambardella, Innovazione e sviluppo. Miti da sfatare, realtà da costruire (Egea, 2009, 200 pagine, 19 euro).

Gambardella, direttore della Scuola di PhD della Bocconi, indica nell’innovazione la strada da battere, a patto che la sua natura sia davvero compresa. Di fronte alla tendenza delle banche, nei momenti di crisi, a negare il credito alle iniziative dai risultati più incerti e di più lungo periodo, come quelle innovative, la risposta non è il finanziamento pubblico, ma lo stimolo alla sperimentazione industriale e produttiva su larga scala.

Il primo mito da sfatare è quello dell’equivalenza tra innovazione e ricerca e sviluppo. Ogni politica tesa al solo innalzamento di questo genere di investimento è destinato al fallimento. Si ha una ricaduta economicasolo quando l’innovazione viene industrializzata e portata sul mercato, un processo complesso e per il quale solo la grande impresa ha competenze specifiche. La storia della nascita e dello sviluppo di industrie diverse come quelle dell’auto e dei semiconduttori mostra con evidenza il ruolo determinante degli spinoff delle grandi imprese, che sviluppano specializzazioni limitrofe a quelle della casa madre, sfruttandone la conoscenza del mercato.

In Italia una coalizione di pubblico e privato dovrà, allora, farsi carico di sostenere grandi progetti industriali innovativi che hanno bisogno di molto coordinamento e progetti dalle ricadute molto ampie, che potrebbero contribuire alla crescita della produttività dell’intero sistema economico (un esempio: l’auto all’idrogeno).

“E’ importante ricordare che l’essenza della sperimentazione significa che le iniziative prese da alcune di queste imprese falliranno”, sentenzia Gambardella. “Ma il punto è che se non si prendono imprese di successo e competenti, ma aziende decotte o che sopravvivono solo grazie a posizioni di rendita, l’insuccesso è sicuro”. L’Italia, in definitiva, deve avere il coraggio di decidere.


Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind