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Rassegna Stampa Estera

Spiriti Animali

Come la natura umana può salvare l'economia
Di George Akerlof (premio Nobel Economia 2001)
e Robert Shiller
Rizzoli Editore - maggio 2009
pp. 314 - Euro 19.50
 
 
 
 
Già all'indomani del crollo del 1929, John Maynard Keynes metteva in guardia contro la teoria classica secondo cui solo la perfetta razionalità guida il comportamento economico: al contrario, diceva, anche la natura umana, sotto forma di tendenze psicologiche, influenza le nostre azioni.
 
Partendo da quella celebre analisi, Akerlof e Shiller prendono in esame cinque "spiriti animali".
Da essi bisogna ripartire per comprendere la crisi in corso.
Sono la fiducia (lavoratori e consumatori reagiscono positivamente alle buone notizie), la responsabilità etica e la corruzione (le peggiori recessioni americane sono venute dopo un aumento di comportamenti criminali tra manager e finanzieri), le illusioni legate al denaro (che ci fanno sottovalutare gli effetti dell'inflazione) e le "narrazioni", quando i leader riescono a coinvolgere i popoli in grandi progetti (un esempio: lo slogan della campagna di Obama, Yes we can).
 
Sono questi i condizionamenti fondamentali della natura umana che ci hanno fatto precipitare nella crisi, ma che allo stesso tempo potrebbero aiutarci a venirne fuori.
 
Su questa base, gli autori rispondono a una serie di domande fondamentali sul presente e soprattutto sul futuro: come mai ci sono persone che non trovano lavoro? Perché è così difficile risparmiare? Cosa determina le depressioni economiche e le oscillazioni dei mercati immobiliari? Akerlof e Shiller sintetizzano il lavoro di anni in un'analisi limpida e autorevole che cambierà il modo di pensare alle recessioni, alla disoccupazione e alla povertà e ai mutui.
 
Spiegano perché l'ignoranza del vero funzionamento dell'economia abbia condotto al crollo dei mercati del credito e la conseguente minaccia di un collasso economico globale.
Ricordando che, per risollevarsi dalle sventure finanziarie, i governi dovranno avere la saggezza di sfruttare le forze potenti dell'emotività umana, anziché continuare a ignorarle.
 
  

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