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Sistema creditizio e assicurativo
06/06/2009

La Finanza sotto processo al Festival dell'Economia

Terminato a Trento il quarto Festival dell'Economia: messi sotto processo Economisti e Istituzioni Finanziarie americane per aver condotto il mondo in una delle più gravi crsisi economiche della storia mondiale.
 
 
 
Gli intermediari e le istituzioni finanziare del mondo anglosassone sono i principali colpevoli del collasso del mercato economico, per via della loro implacabile fame di reddito: la cultura di Wall Street impone come regola non scritta quella di giudicare un manager in base a quanto quest’ultimo riesce a “portare a casa”, ovvero in base al profitto che egli crea.
 
Percentuali del 7%, che per il Giappone è già un buon margine di guadagno, o del 9,5% per l'Europa Continentale non erano sufficienti. Si è voluti raggiungere il picco del 45% negli anni tra il 2000 e il 2002, per arrivare inevitabilmente al collasso del gennaio 2008. A calcare la mano su questo tasto, sono stati anche i mass media americani, che hanno fatto sentire al manager il peso di tale metro di giudizio.
 
Ecco di seguito la "sentenza" del Festival dell'Economia di Trento, espressa al termine dei quattro giorni di incontri e di dibattiti che sono culminati nell'ultimo giorno con un vero e proprio "processo simulato"
 

 
La Finanza  e gli strumenti innovativi introdotti negli ultimi anni sono un mezzo utile per lo sviluppo dell’economia reale se non vengono usati in modo distorto.
 
Come dimostrato dal Pm Onado e dal testimone della difesa Brunnermeyer- L’inadeguatezza dei metodi di pricing che hanno portato a tener conto sempre meno del collaterale e sempre più dei prezzi degli altri strumenti, determinando un progressivo scollamento dalla realtà - Singolarmente ogni banca poteva ritenere di aver fatto hedging ma da un punto di vista macroeconomico il mercato non stava fornendo la copertura necessaria,  stava invece incrementando il rischio- Il sistema finanziario in senso lato presentava lati oscuri e volutamente tenuti in ombra attraverso l’uso di mercati non regolamentati, lo scambio di strumenti finanziari con elevato rischio di controparte e la creazione di veicoli fuori bilancio sottocapitalizzati.- Il conflitto d’interesse epidemico all’interno del mondo finanziario e la correità delle banche e delle autorità di controllo.- 
 
La giuria ribadisce come detto da entrambe le parti che il profitto non costituisce nel modo più assoluto una colpa e che anzi il conseguimento del profitto leciti rappresenta l’elemento fondante del capitalismo.
 
Giudica, rispetto ai seguenti capi d’imputazione:
1. Consapevolmente e deliberatamente creavano strumenti finanziari complessi, tali da impedire agli investitori di valutarne l’effettiva rischiosità.
COLPEVOLI
2. Consapevolmente e deliberatamente occultavano i rischi insiti negli strumenti finanziari complessi, in veicoli societari non trasparenti o opachi
COLPEVOLI
3. Consapevolmente e deliberatamente accreditavano presso il pubblico come “innovazioni finanziaria”, utili allo sviluppo economico collettivo, procedure o accordi contrattuali che in realtà servivano solo a conseguire profitti di enorme entità, seppur talora soltanto apparenti.
 ASSOLTI
4. Consapevolmente e maliziosamente inducevano in errore migliaia di famiglie, le quali di conseguenza sottoscrivevano mutui a condizioni che si sono rivelate successivamente diverse da quanto rappresentato ed economicamente insostenibili, in termini che le banche prevedevano essere tali fin dall’inizio; pratiche che sono state definite predatory lending nella pratica e nella letteratura economica. Con l’aggravante della continuazione nel reato e della gravità del danno arrecato.
COLPEVOLI
5. Intenzionalmente e sistematicamente sottovalutavano i rischi assunti, in modo da creare un pericolo enorme per l’intero sistema finanziario mondiale, conseguendo però pingui profitti
COLPEVOLI CON DOLO EVENTUALE
6. Consapevolmente inducevano le autorità preposte alla redazione dei criteri contabili internazionali ad adottare tecniche idonee a gonfiare gli utili nella fase iniziale del boom e, successivamente, le inducevano ad abbandonarli precipitosamente appena la crisi si era manifestata, con la conseguenza di dilatare artificiosamente i profitti e di confusione e incertezza negli investitori.
ASSOLTI
7. Maliziosamente rappresentavano, in modo sistematici, alle autorità di controllo una situazione della propria situazione di rischio distorta e falsa, ostacolando in questo modo l’attività di vigilanza.
COLPEVOLI
 
 
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