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Rassegna Stampa Estera
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06/05/2025

Rapporto di Reporters Sans frontières 2025

Secondo l'annuale Rapporto di Reporters Sans frontières si rileva un peggioramento globale della libertà di stampa, con oltre metà della popolazione mondiale che vive in paesi dove praticare il giornalismo è pericoloso. I giornalisti, sono pesantemente sotto attacco in Russia e in Asia. Su 180 nazioni nella speciale classifica la Cina occupa la posizione 179, la Russia 171. Italia scivola di tre posizioni a 49.



Libertà di stampa nel 2025: il rapporto di Reporters Sans Frontières

Il World Press Freedom Index 2025 di Reporters Sans Frontières (RSF) evidenzia un peggioramento globale della libertà di stampa, con oltre metà della popolazione mondiale che vive in paesi dove praticare il giornalismo è pericoloso. Negli Stati Uniti, la libertà di stampa ha raggiunto un livello storico basso, passando da "soddisfacente" a "problematico", a causa di attacchi politici ai media e pressioni economiche sulle redazioni, con l'avvio della presidenza Trump. Gli USA perdono 2 posizioni passando dalla  55° alla 57°. 

In Italia, la situazione è altrettanto preoccupante. Il paese è scivolato al 49° posto, perdendo tre posizioni rispetto all'anno precedente. RSF ha evidenziato preoccupazioni per la legislazione sulla diffamazione e le cause legali strategiche (SLAPP) continuano a minacciare la libertà di espressione.

Il rapporto sottolinea che la libertà di stampa è minacciata da governi che non adempiono al loro ruolo di garanti di un ambiente favorevole al giornalismo e al diritto del pubblico a ricevere informazioni indipendenti e diversificate .

La situazione richiede un impegno collettivo per proteggere i diritti dei giornalisti e garantire un'informazione libera e indipendente a livello globale.

La classifica

Italia arretra nel World Press Freedom Index 2025 pubblicato da Reporters sans frontières (RSF), scendendo al 49° posto su 180 Paesi, tre posizioni più in basso rispetto al 2024.

Il punteggio complessivo del nostro Paese cala da 69,8 a 68,01 su 100, con criticità evidenziate nei settori politico, economico e sociale. Secondo RSF, a pesare sul peggioramento sono l'ingerenza crescente della politica nei media pubblici: viene citata la cosiddetta "legge bavaglio", che limita la pubblicazione di atti giudiziari, di pari passo con l'aumento delle pressioni economiche sui giornalisti, tra tagli, concetrazione della proprietà editoriale e precarietà diffusa.

L'indicatore politico cala a 58,69 punti, quello economico a 50,32, mentre l'indice sociale scende a 67,22, conseguenza secondo il rapporto Rsf di una persistente polarizzazione e di frequenti attacchi verbali e fisici ai giornalisti, spesso durante manifestazioni pubbliche. Nonostante il buon punteggio in materia di sicurezza (89,41 punti), il rapporto richiama il peso delle organizzazioni mafiose, in particolare nel Sud Italia, che continuano a intimidire, minacciare e talvolta aggredire fisicamente i giornalisti che si occupano di criminalità organizzata e corruzione.

RSF ricorda che oltre 20 giornalisti vivono sotto scorta per aver ricevuto minacce o subito aggressioni legate a inchieste su mafia e corruzione.

Restano stabili invece gli indicatori legislativi (74,40) e quelli legati alla sicurezza, ma RSF evidenzia come la criminalizzazione della diffamazione e l'uso strumentale delle SLAPP (cause temerarie) continuino a rappresentare un freno per l'informazione libera e indipendente.

Siamo nel pieno dei Paesi con  una "situazione problematica", sottolinea in una nota Vittorio di Trapani presidente Fnsi, dove fa notare: "Ora partirà il tentativo di delegittimare questa classifica che condanna l'Italia. Ma fatto sta che tutti gli osservatori - a partire dalla relazione sullo stato di diritto della Commissione europea - denunciano gli stessi pericoli, gli stessi rischi per la libertà di stampa in Italia.
Quando scatterà l'allarme? Quando l'Europa finalmente attiverà un monitoraggio urgente per evitare che l'Italia completi la sua trasformazione in una seconda Ungheria?".


Gli effetti della Guerra nel mondo
 
Sprofonda nella classifica la Russia che anche in questa edizione perde posizioni attestandosi al 171° posto.

Anche gli altri paesi appartenenti al cosiddetto "asse del male" scendono nella classifica:  IRAN 176, CINA 178, N.KOREA 179. Ultima al mondo l'Eritrea

L'Ucraina invece è stabile nella classifica mondiale della libertà di stampa. Kiev ha migliorato la sua posizione negli anni di guerra, nonostante diversi giornalisti siano stati uccisi mentre coprivano l'invasione russa dell'Ucraina. 
 
Per maggiori informazioni:
https://rsf.org/en


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