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Rassegna Stampa Estera
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30/11/2005

Italy vs China: Italia in copertina su TIME

Dopo i dati sull’economia italiana forniti dall’Economist alla fine di novembre, ora è la volta di TIME: nell'edizione Europea, il prestigioso settimanale americano dedica nel numero del 5 dicembre la copertina alla competizione tra Italia e Cina.


Lo speciale, fornisce una spietata ed asettica analisi del modello economico del Nord-Est che si sta rivelando estremamente fragile di fronte alla sfida della globalizzazione, in particolare nei confronti del colosso cinese.

Dopo il declino del distretto del tessile è la volta del distretto dei mobili ed in particolare delle sedie, che per cinquant’anni è stato la punta di diamante di quel tessuto micro-artigianale presente in particolare nel triveneto.

Tante le critiche all’immobilismo dei piccoli imprenditori del settore, che in soli sei mesi hanno visto azzerare gli ordinativi da parte di importanti clienti esteri, per decine di anni fedeli consumatori dei prodotti italiani.

Nell’area di Manzano, tra Udine e Trieste, si concentra un distretto artigianale che nel 2002 contava 1100 aziende produttrici di sedie. Negli ultimi tre anni 200 aziende hanno chiuso i battenti e le rimanenti 900 rischiano seriamente nei prossimi mesi. Nel periodo di massimo splendore (fine anni ’90) il distretto delle sedie produceva 40 milioni di pezzi all’anno,  un terzo della intera produzione mondiale. I direttori delle banche locali seguono con preoccupazione le vicende dei propri clienti che non hanno alcuna idea di come risolvere tale problema. Nelle 900 aziende rimanenti, la riduzione del personale ha già avuto inizio: prima della crisi, il 90% di queste aziende contava meno di 20 dipendenti e solo una dozzina superava le cinquanta risorse.

Tre le cause principali di tale declino secondo TIME:  l’incremento del valore dell’Euro degli ultimi 2 anni, la creazione del “distretto della sedia” nel continente Cina e la dimensione estremamente ridotta delle aziende italiane, tale da non disporre di uffici marketing in grado di creare un brand o centri di ricerca e sviluppo per innovare rapidamente il prodotto.
Il prestigioso settimanale americano ritiene che l'esempio negativo di Manzano possa essere esteso a tutto il tessuto industriale italiano, rendendo il nostro Paese l'anello debole della catena (the sick man of Europe), nel constesto europeo a causa della struttura economica perfettamente sovrapponibile a quella cinese e quindi facilmente attaccabile.

L’analisi di TIME è spietata, ma prevede uno spiraglio per le aziende che si posizioneranno nella fascia qualitativamente elevata della produzione, sapranno far valere il prestigio e l’affidabilità del prodotto italiano e soprattutto saranno in grado di “scalare”, di crescere in dimensioni, combattendo sul proprio terreno la Cina.
Non è tutto perduto: alcuni grandi nomi del settore, quali Natuzzi, da anni hanno trasferito a Shanghai le produzioni di basso livello mantenendo però in Italia le produzioni di altà qualità. Sono aziende in forte crescita dimensionale che hanno fatto del marchio il proprio punto di forza usando a proprio favore il basso costo della manodopera cinese.

Per leggere l’intero articolo:

TIME Europa - Inglese

http://www.time.com/time/europe


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