Secondo il recente Rapporto sullo stato socio-economico dell’Italia pubblicato dal CENSIS, nell’ambito degli investimenti sanitari il “pubblico” non basta più.
La quota di finanziamenti autorizzati per investimenti sanitari, nell’ambito degli Accordi programma, è stata, per tutte le Regioni, del 58,2%; mentre cresce la finanza di progetto: sono 64 i progetti edilizi realizzati in finanza di progetto (rispetto ai 49 del 2004 e ai 38 del 2003) per un valore di 3,6 miliardi di euro.
Le nuove opportunità di cura offerte dalla ricerca producono crescenti aspettative (il 66,8% dei medici ritiene che verranno sconfitte le malattie più gravi) ma anche bisogni di informazione e dubbi etici. I medici si mostrano aperti verso le biotecnologie (sono favorevoli per il 90,5% all’uso di cellule staminali embrionali) anche se il 55,3% sottolinea la necessità di un’autorità pubblica che vigili e definisca regole, mentre nell’opinione pubblica si registra una maggiore cautela (44% di favorevoli, 41,4% di contrari e 14,6% di incerti sull’utilizzo delle cellule staminali embrionali). Nello stesso tempo, si assiste alla “normalizzazione” dell’innovazione nella pratica medica: in media il 23,3% delle prescrizioni effettuate riguarda farmaci di ultima generazione e il 56,8% dei medici ottiene supporto conoscitivo da internet.
La mobilità ospedaliera nel nostro Paese si conferma come un fenomeno consolidato: nel 2003 sono 976.110 gli italiani che si sono ricoverati fuori della loro regione di residenza. Campania (-61.354), Calabria (-52.265), Sicilia (-46.926) sono le regioni con i saldi negativi più importanti. I pazienti si indirizzano verso un numero di strutture molto articolato e sono motivati in larga parte (66,2%) dalla ricerca della qualità, cioè di strutture e personale medico di più alto livello, sfruttando efficacemente e consapevolmente le opportunità di cura collocate sull’intero territorio nazionale.