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15/10/2019

Rapporto ASviS 2019

Presentato a Roma presso l'Auditorium Parco della Musica, alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, il quarto Rapporto ASviS. Il Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile per l'anno 2019 è stato commentato dal Portavoce, Professor Enrico Giovannini e dal Presidente Stefanini.

 



Giunta alla sua quarta edizione, la presentazione del Rapporto annuale dell’ASviS ha dovuto spostarsi dalla Camera dei deputati all’Auditorium Parco della musica per raggiunti limiti di capienza. Infatti, all’evento di venerdì 4 ottobre, nella Sala Sinopoli, hanno partecipato circa mille persone, alla presenza del Capo dello Stato e di numerosi esponenti politici.

L’incontro è stato aperto dal presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, che ha messo in evidenza il ruolo dell’Alleanza nella costruzione di una visione condivisa. “La governance del processo di transizione ecologica, che sappiamo essere fondamentale per il futuro, può essere declinata attraverso alcuni criteri principali: primo, incentivare la partecipazione democratica, coinvolgere le persone, le imprese, la società civile, mobilitare tutte queste energie; secondo, gestire attraverso la contrattazione l’impatto che inevitabilmente la transizione avrà sul lavoro e quindi costruire politiche in grado di reggere questa sfida; terzo, una programmazione puntuale, trasparente, sostenibile, utilizzando appieno tutte le possibilità offerte dall’economia circolare”.

Nel suo saluto, il presidente della Camera Roberto Fico ha ricordato i numerosi elementi che rendono insostenibile l’attuale percorso, che tende alla crescita illimitata. “Negli ultimi anni grazie al Parlamento ci siamo dotati di strumenti procedurali avanzati, ma non riusciamo a utilizzarli appieno” ha detto Fico,  ricordando che l’Italia e il primo Paese che ha disposto l’ integrazione degli  indicatori di benessere equo  e sostenibile nella politica di bilancio. “Sono fermamente convinto che spetti, in Italia come negli altri Paesi, soprattutto al Parlamento assumere il ruolo di guida del processo di transizione verso il nuovo modello di sviluppo, attraverso l’attività legislativa e di indirizzo politico”. Il presidente della Camera ha poi annunciato che in occasione della Cop 26,  la riunione mondiale che si terrà nel 2020 tra Italia e Gran Bretagna, la Camera organizzerà una assemblea sul cambiamento climatico con la partecipazione di parlamentari tutti i Paesi che sono parte della Cop.

Il rapporto ASviS 2019 è stato presentato dal portavoce dell’Alleanza Enrico Giovannini. “Quasi quattro anni fa, quando abbiamo cominciato, la gente diceva : ‘Agenda 2030, ma di che cosa state parlando?’. Oggi invece non solo molti sanno di che cosa parliamo, ma sentiamo l’impegno di tanti che condividono questa straordinaria avventura di salvare il mondo”. Giovannini iniziato la presentazione delle sue slide proiettando un disegno con pochi tratti e tanti numerini. “Il ruolo del Rapporto ASviS è di unire i puntini, come facevamo da bambini. E abbiamo anche bisogno di spostarli, perché le coordinate cambiano a livello nazionale ma anche a livello globale”. Il portavoce dell’ASviS ha proseguito con l’analisi dei progressi e dei ritardi verso lo sviluppo sostenibile a livello mondiale, europeo e italiano, ha esposto le proposte dell’Alleanza e ha citato una frase famosa di Karl Popper:

Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori.

“Noi il nostro futuro lo vediamo così”, ha concluso Giovannini: “I 17 goal sono il nostro futuro”.

Nel suo intervento, Il ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri ha condiviso l’analisi dell’ASviS: “il Rapporto ci dice che sono stati fatti progressi, ma che non siamo sul sentiero dello sviluppo sostenibile”. Ha ricordato la svolta che si realizza con la nuova Commissione europea, decisamente più ambiziosa sui temi della sostenibilità. “Arrivare davvero alla neutralità delle emissioni nel 2050 significa compiere scelte molto significative, non solo nell’individuazione di target più ambiziosi, ma anche nella definizione di strumenti per rendere realistico il loro raggiungimento. Servono più investimenti pubblici e privati, più chiaramente orientati nella direzione della sostenibilità ambientale e sociale. Noi quindi pensiamo che il programma InvestEu, che entrerà in vigore nel 2021 e che pure presenta una significativa innovazione, non sia sufficiente. Occorre mettere a sinergia tutti gli strumenti nazionali ed europei di cui disponiamo per mobilitare una massa maggiore di investimenti”. Gli interventi necessari sono complessi, ha detto ancora Gualtieri, “ma chiaramente abbiamo bisogno di più emissioni di bond da parte della Bei e sarebbe importante che in misura ancora maggiore questi bond fossero acquistati dalla Banca centrale europea. È anche necessario che questa politica più espansiva sia sostenuta da una revisione del patto di stabilità, che consenta di collocare nella direzione della sostenibilità quel processo di supporto agli investimenti necessario per sostenere il motore robusto della domanda interna”.

Per quanto riguarda le politiche nazionali, il ministro ha affermato che “è necessario definire con chiarezza un indirizzo coerente pluriennale verso la sostenibilità, seppure in una fase difficile. Il primo punto è quello del rilancio degli investimenti: sono contento che ai 135 miliardi di investimenti pubblici già programmati, noi aggiungiamo nel prossimo triennio nove miliardi, che vogliamo qualificare particolarmente della direzione del fondo da 50 miliardi per il Green new deal. Sono anche contento che nei 40 miliardi che nel prossimo triennio andranno alla rimodulazione dell’industria 4.0,  introdurremo anche la dimensione del miglioramento dei processi nella direzione dell’economia circolare e della sostenibilità”. Gualtieri ha poi annunciato che il governo italiano emetterà dei Green bond che saranno specificamente indirizzati verso investimenti sostenibili “e che per questo avranno, speriamo, accoglienza positiva da parte degli investitori del mercato”.

Tra le misure immediate, ha detto ancora Gualtieri, ci saranno anche strumenti istituzionali come un Comitato interministeriale per il contrasto ai cambiamenti climatici. Farà parte del Cipe,  e contribuirà a far sì che questo comitato adotti la sostenibilità come una delle proprie missioni fondamentali. “Anche sul versante della rimodulazione della tassazione e degli incentivi adotteremo due criteri fondamentali: quello della progressività, sancito dalla Costituzione, e quello dell’incentivo o disincentivo nella direzione della sostenibilità ambientale”.

Il commissario europeo Paolo Gentiloni, nel suo video intervento da Bruxelles ha ricordato l’impegno della nuova Commissione per fare dell’Europa il primo continente a neutralità climatica. “Questo Green deal è una grandissima novità, forse la maggiore novità della Commissione europea in termini politici, culturali, sociali e naturalmente anche economici, che sono gli aspetti di cui sono chiamato a farmi direttamente carico. Il mio impegno”, ha detto ancora Gentiloni, “si concentrerà in primo luogo sul grande piano di investimenti per l’Europa sostenibile, con l’obiettivo di mettere in campo oltre 1000 miliardi di investimenti ambientali. In secondo luogo cercherò di integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel semestre europeo, che è la procedura attraverso la quale la Commissione verifica gli impegni di bilancio di ciascun Paese. L’incarico che mi è stato assegnato è di fare degli SDGs i parametri fondamentali per le politiche di bilancio dei 27 Paesi europei. Sarà una sfida interessante sul piano culturale, delle statistiche, dei parametri, ma servirà all’obiettivo essenziale di realizzare una crescita che non sia solo quantitativa, ma sempre più sostenibile sul piano sociale e ambientale”. Infine l’ultimo impegno menzionato da Gentiloni sarà quello di rivedere il sistema della tassazione a cominciare da quella sull’energia, “perché questo è uno dei modi attraverso i quali l’Unione europea può influenzare i comportamenti dei produttori, dei consumatori e di tutti cittadini. Serve un sistema di tassazione che incentivi le pratiche positive per l’ambiente e renda meno favorevole l’uso di carburanti inquinanti, di combustibili fossili e più in generale di comportamenti che sono dannosi per la sostenibilità”.


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