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23/01/2020

Rapporto BES 2019

Presentato a Roma il settimo rapporto ISTAT sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia.  Lo studio offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.



L’Istat ha presentato la settima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). 

L’esperienza del Bes si accompagna al crescente sviluppo, a livello europeo, di sistemi di misurazione e progetti dedicati all’approfondimento delle relazioni tra le politiche economiche e gli obiettivi di benessere, equità e sostenibilità ovvero all’analisi delle determinanti per il perseguimento di una crescita economica sostenibile e inclusiva


Il Rapporto offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni, ponendo particolare attenzione agli aspetti territoriali. 

Gli indicatori del Bes, in tutto 130, sono articolati in 12 domini: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.

In questa edizione del Rapporto si è rafforzato l’approccio analitico utilizzato per misurare l’evoluzione dei diversi domini del benessere, attraverso la valutazione complessiva delle variazioni registrate tra gli indicatori per ripartizione territoriale sia rispetto all’anno precedente sia rispetto al 2010. 
L’analisi regionale è stata ulteriormente sviluppata, con l’introduzione, nei capitoli per dominio, di una nuova rappresentazione grafica che fornisce una visualizzazione dell’eterogeneità territoriale degli indicatori di benessere, misurata come variazione percentuale dell’indicatore regionale rispetto alla media nazionale.

All’interno dei singoli domini la lettura degli indicatori per regione, genere e classi di età è stata integrata, ove misurabile, con quella per livello d’istruzione, in modo da approfondire ulteriormente le differenze dei livelli di benessere tra gruppi di popolazione. La disaggregazione per titolo di studio riguarda 51 indicatori, e considera tre modalità: “basso” nel caso il titolo di studio più alto conseguito sia la licenza media, quella elementare o nessun titolo (Isced 0-2), “medio” nel caso sia stato conseguito il diploma di scuola secondaria superiore (Isced 3-4), “alto” se in possesso di laurea o altri titoli terziari (Isced 5-8).

Anche quest’anno vengono presentati due approfondimenti, con l’obiettivo di fornire un contributo alla lettura trasversale degli aspetti legati al benessere. Il primo propone un’analisi del benessere dei giovani che consente di identificare il gruppo di giovani più vulnerabili in quanto deprivati in più dimensioni del benessere. 
Il secondo esamina le determinanti del benessere soggettivo considerando anche l’impatto del reddito familiare disponibile equivalente sulla soddisfazione per la propria vita.
Infine, nelle schede regionali, le analisi territoriali sono stare realizzate considerando misure di performance basate sull’andamento degli indici compositi calcolati per ogni dominio. Per ciascuna regione è possibile confrontare l’andamento degli indici compositi dell’ultimo anno disponibile rispetto all’anno precedente e rispetto al 2010, utilizzando come benchmark i valori degli indici compositi della ripartizione di appartenenza e dell’Italia.


L’andamento complessivo degli indicatori del Bes

 Nell’ultimo anno gli indicatori segnalano un miglioramento del benessere sia per l’Italia sia per le tre ripartizioni: oltre il 50% del totale dei circa 110 indicatori per cui è possibile il confronto (115 per il totale Italia e 108 per le ripartizioni) registra un miglioramento in tutte le aree del Paese, con valori più elevati al Nord (59,3%) e più bassi al Centro (50,9%). Estendendo lo sguardo anche alla quota degli indicatori in peggioramento, si rafforza significativamente la posizione favorevole del Nord dove tale quota tocca il minino (14,8%) mentre il valore massimo si raggiunge al Centro (26,9%).

 Il segnale positivo si conferma anche nel confronto con il 2010. Anche in questo caso più del 50% degli indicatori evidenzia una variazione positiva per tutte le ripartizioni, con una maggiore omogeneità degli andamenti tra le ripartizioni. Tuttavia, in questo confronto, una quota significativa di indicatori registra ancora un livello peggiore rispetto al 2010 (37,7% per l’Italia e 35,9%, 37,9% e 33% rispettivamente per Nord, Centro e Mezzogiorno).

 In quasi tutti i domini, gli indicatori in miglioramento rispetto all’ultimo anno sono più del 50%. Una quota inferiore al 50%si registra nei domini Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Relazioni sociali, Paesaggio e patrimonio culturale e Ambiente. L’analisi contestuale dei segnali negativi permette di confermare le difficoltà del dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (4 indicatori su 12 hanno segnato un peggioramento) cui si
affianca il Benessere economico (3 su 10 in peggioramento).

 La lettura per ripartizione evidenzia significative differenze. Confrontando la quota degli indicatori in miglioramento, al Nord tutti i domini mostrano valori superiori al 50%, a eccezione di quelli relativi a Lavoro (33,3%) e Salute (30,8%). In entrambi i casi prevalgono gli indicatori stazionari (rispettivamente 41,7% e 53,8%). In un quadro di consolidato miglioramento, solo nel dominio Politica e istituzioni si segnala un livello elevato di indicatori in peggioramento (4 su 10).

 Segnali di miglioramento si riscontrano anche al Centro, seppure con intensità più contenute rispetto al Nord. In particolare nei domini Sicurezza e Istruzione e formazione si registrano i livelli più bassi di indicatori in miglioramento (rispettivamente 25,0% e 27,3%), con una prevalenza di segnali di stazionarietà mentre nei domini Benessere economico, Politica e istituzioni e Innovazione, ricerca e creatività il numero di indicatori in peggioramento è particolarmente elevato (rispettivamente 50%, 40% e 33,3%).

 Nell’ultimo anno anche il benessere nel Mezzogiorno ha mostrato miglioramenti. Permangono comunque segnali di difficoltà legati prevalentemente all’intensità della ripresa economica (50% e 33,3% degli indicatori nei domini Benessere economico e Lavoro e conciliazione segnano variazioni negative) e alle caratteristiche della struttura produttiva (2 indicatori su 6 in peggioramento nel dominio Innovazione, ricerca e creatività)


Per maggiori informazioni:



RAPPORTO BES 2019

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