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Rassegna Stampa Estera
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11/05/2022

Reporters Sans frontières: libertà di stampa nel mondo

Secondo l'annuale Rapporto di Reporters Sans frontières il Coronavirus e la guerra in Ucraina stanno impattando negativamente sulla libertà di informazione e la sorte dei giornalisti, pesantemente sotto attacco in Russia e in Asia. Su 180 nazioni nella speciale classifica la Cina occupa la posizione 175. L'Italia perde ben 17 posizioni.



Il World Press Freedom Index 2022 sottolinea l'impatto negativo del Coronavirus e della Guerra in Ucraina con relative campagne di disinformazione, sulle libertà di stampa nel mondo.

La pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina stanno impattando negativamente sulla libertà di informazione e la sorte dei giornalisti, pesantemente sotto attacco in Russia, in Cina e in generale nell'intero continente asiatico. 
A lanciare l'allarme in occasione della Giornata mondiale della stampa è l'organizzazione Reporter senza frontiere (Rsf) che pubblica la sua classifica 2022 sullo 'stato di salute' dell'informazione e l'esercizio della professione in 180 Paesi nel mondo. Globalmente Rsf ha riscontrato un forte peggioramento della libertà di stampa, in particolare in quasi tutto il continente asiatico, classificato in una situazione "molto grave".


Russia e Cina, le fabbriche delle Fake News
Nel giro di un anno ben 12 Paesi asiatici sono entrati in questa cerchia nera, che non è mai stata così grande e di cui, tra gli altri, fanno parte Afghanistan e Bielorussia. 
La Cina è al 175mo posto della classifica, confermandosi come un regime sempre più repressivo, anche se a fare peggio è la Corea del Nord, al 180mo posto. La brutta pagella a Pechino è motivata dalla decisione del potere di privare la popolazione di informazioni dal resto del mondo in piena pandemia.

La Russia, con l'invasione dell'Ucraina, si attesta al 155mo posto, in calo di cinque posizioni rispetto al 2021, con una votazione di 38,82 punti contro 51,29 lo scorso anno.

Tutti gli indicatori sono rossi per una situazione molto critica della libertà d'informazione già da anni che si sta ulteriormente deteriorando e ampliando nel contesto della guerra con Kiev. I principali motivi di preoccupazione e criticità da parte di Rsf riguardano la massiccia propaganda del regime e la sua repressione delle voci dissidenti.

I media indipendenti russi sono stati costretti a chiudere, tra cui la famosa Novaya Gazeta, diretta da Dmitry Muratov, Nobel per la Pace. Più di 200 giornalisti indipendenti hanno dovuto lasciare il Paese per cercare di fare informazione in esilio. Per chi è rimasto in patria e cerca di fare il proprio lavoro è assolutamente vietato dalle autorità russe pronunciare la parola guerra, pubblicare indagini indipendenti, comunicare bilanci umani e materiali del conflitto, per evitare di essere arrestati e finire in carcere.

Italia crolla al 58° posto perdendo ben 17 posizioni.
I primi tre posti della classifica Rsf sono stati assegnati a Norvegia, Danimarca e Svezia. Alla Germania va il 16mo posto mentre la Francia guadagna ben otto posizioni, al 26mo rango. Gli Stati Uniti arrivano alla 42ma posizione, l'Italia alla 58ma (l'anno scorso era 41esima), il Giappone alla 71ma, l'Algeria alla 134ma. In fondo all'Index si trovano Iran, Eritrea e Corea del Nord.

PER LA CLASSIFICA COMPLETA:




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