Centro Studi Sociali
Pietro Desiderato

Presentazione
Pietro Desiderato
Finalità
Statuto
Comitato Scientifico
Contatti

Eventi e iniziative
Corporate Social Responsability
Integrazione e diversabilità
Mercato del lavoro
Nuove tecnologie
Politica economica
Relazioni industriali
Risorse umane
Salute e sicurezza sul lavoro
Sistema creditizio e assicurativo
Sistema fiscale
Sistema previdenziale
Sistema sanitario
Volontariato e nonprofit
Welfare
Rassegna Stampa Estera
Rassegna Stampa Estera
17/03/2009

I nemici di Internet - Studio di Reporters Sans Frontières

Secondo il recente Rapporto pubblicato da Reporters Sans Frontières, la Cina è lo stato dove la liberta di espressione su Internet è maggiormente messa a rischio.
 
 
 
 
 
Reporters sans frontieres: "Il primo nemico di Internet è la Cina, ma Australia e Corea del Sud paesi a rischio"

16.03.09 - Internet rappresenta la libertà d’espressione per antonomasia, il media tramite il quale chiunque può agire e rappresentare se stesso, le proprie idee e le proprie pulsioni. Politica, economia, incontri e scambi di opinioni, giochi di fantasia, forti istanze sociali, ma anche strumenti per nuove forme di criminalità: nel bene e nel male, la rete è lo specchio delle società attuali. Ma cosa succede quando uno Stato ne limita le potenzialità per tentare di ridurla a mero strumento di consenso?
 
Ce lo racconta un dettagliato rapporto di Reporters sans frontières, organizzazione internazionale che difende e monitora costantemente lo stato della libertà di stampa nel mondo, intervenendo con aiuti concreti e campagne d’opinione nei casi in cui questa venga minacciata.
 
Il rapporto, vera e propria guida ragionata alla censura online, individua "I Nemici di Internet", cioè gli stati che "con il pretesto di proteggere la morale, la sicurezza nazionale, la religione e le minoranze etniche, e talvolta persino il potenziale spirituale culturale e scientifico del paese, ricorrono al filtraggio della rete". Gli autori stilano una "Top12" dei paesi meno virtuosi. Al top della lista composta da Arabia Saudita, Birmania, Cina, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Iran, Uzbekistan, Siria, Tunisia, Turkmenistan, Vietnam c’è la Cina, con una macchina statale che conta oltre 40.000 funzionari addetti al controllo delle comunicazioni online e varie decine di persone in prigione per reati legati alla cyber-espressione. Il report esamina poi la situazione di paesi ritenuti "a rischio". E sorprendentemente si trovano anche due stati la Corea del Sud e l'Australia – ritenuti democrazie compiute. (fonte: la Repubblica)
 

Versione per stampa
CERCA NEL SITO
© 2004 Centro Studi Sociali Pietro Desiderato
Powered by Time&Mind