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Rassegna Stampa Estera
Integrazione e diversabilità
13/07/2005

Accessibilità: una sfida evoluzionistica?

Credere al progresso non significa credere che un progresso c'è già stato. (F. Kafka)  - La preoccupazione dell'uomo e del suo destino devono sempre costituire l'interesse principale di tutti gli sforzi tecnici. Non dimenticatelo mai in mezzo a tutti i vostri diagrammi ed alle vostre equazioni. (A. Einstein)

La condizione evoluzionistica del genere umano, caratterizzata da costanti innovazioni in grado di migliorare la vita degli individui, si realizza nel momento in cui le innovazioni raggiungono tutte le fasce della popolazione, in modo trasversale, profondo e globale.

Non mi riferisco a concetti legati a movimenti politici pro o contro la globalizzazione, ma alla storia del genere umano.

Se 2 milioni di anni fa qualche uomo del paleolitico non avesse, per caso o per necessità, scoperto che la selce, l'osso e il legno erano materiali adattabili e modellabili, sperimentando la creazione di nuovi arnesi, l'uomo del neolitico non avrebbe pensato di adattare i rudimentali strumenti in pietra, che nel frattempo si erano diffusi nella propria tribù, ad usi "agricoli" per coltivare il proprio cibo, passando così da una cultura basata sulla caccia e il nomadismo ad una tradizione stanziale fondata sull'agricoltura ed il raccolto.

La successiva diffusione della metallurgia, con la scoperta del Bronzo prima e del Ferro poi, permisero di affinare e ampliare ulteriormente gli utensili e gli strumenti di uso quotidiano.

Ora: se queste innovazioni non si fossero propagate in tutte le popolazioni apportando delle trasformazioni significative delle condizioni di vita degli uomini, non saremmo giunti certo allo stadio evolutivo in cui ci troviamo oggi. Se dopo la scoperta della pietra gli uomini non avessero capito che avrebbero potuto trarre dei vantaggi dall'utilizzo dei nuovi arnesi e non avessero diffuso a tutti questa innovazione, nessuno si sarebbe forse interessato alle possibili migliorie apportabili nella creazione, ideazione e realizzazione di utensili più robusti, precisi ed efficaci.

L'evoluzione è un processo corale, a cui partecipa ogni singolo Uomo, sia l'innovatore che colui che comprende e accetta il valore dell'innovazione stessa.

Col passare dei millenni, la durata delle epoche che contraddistinguono le fasi evoluzionistiche del genere umano si è notevolmente ridotta: gli spazi temporali calcolati in migliaia di anni si sono ridotti a un secolo o poco più. Mano a mano che si creavano nuovi strumenti e la tecnologia progrediva, il passaggio e la trasmissione dell'informazione avveniva in modo sempre più rapido, efficace e capillare e le innovazioni venivano adottate in modo sempre più massiccio da culture e da popolazioni differenti e geograficamente lontane.

L'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg avvenuta nel 1457, si caratterizzò anche per le innovazioni metallurgiche grazie all'introduzione di una lega di stagno e piombo il cui sviluppo, idealmente, ha avuto origine dalle prime scoperte dei metalli avvenute nell'era Paleolitica.

È grazie all'inizio della stampa che le informazioni iniziarono a circolare e diffondersi in modo sempre più rapido e sempre più esteso, accelerando conseguentemente il processo evolutivo dell'Uomo.

Oggi viviamo in un'era definita "digitale" che caratterizza la fine del XX secolo ed il presente: quest'epoca è contraddistinta dall'indipendenza dell'informazione dal supporto fisico.

L'informazione, oggi, non ha necessariamente bisogno di carta, di un CD-rom o di altro supporto materiale: l'informazione è sempre disponibile, veicolata non più da unità atomiche ma da bit, il DNA dell'informazione, come direbbe Negroponte.

Per realizzarsi appieno, l'era digitale, basata sull'informazione in quanto tale e sul concetto di società dell'informazione, deve riuscire a portare l'informazione stessa a tutte le persone. Solo quando l'informazione, il vero valore economico e sociale del XXI secolo, sarà a disposizione di tutti gli uomini, indipendentemente dal tipo di eventuale supporto o dalle modalità di fruizione della medesima, potremo arrivare all'era evolutiva successiva, di cui ancora ignoriamo completamente gli scenari.

Ma cosa può favorire l'evoluzione e la realizzazione dell'era digitale e permettere la diffusione capillare delle informazioni? Se la risposta è la possibilità da parte di tutti gli uomini della nostra epoca di fruire dell'informazione, parliamo di accessibilità.

L'accessibilità, intesa non come accozzaglia accidentale e incidentale di regole tecniche, ma concepita come missione sociale e morale per il superamento delle barriere di accesso. Questo superamento prima di tutto necessita della presa di coscienza dei reali obiettivi dell'accessibilità, che non sono il rigore tecnologico fine a se stesso, l'ostentazione di conoscenze formali o la pedissequa applicazione di postulati ritenuti immutabili e scevri da difetti, ma sono la costante ricerca, la sperimentazione continua, la sfida perenne, l'incessante riflessione e il confronto costruttivo per il raggiungimento di un obiettivo comune.

La vera accessibilità si traduce quindi in un cambiamento prospettico essenziale che sposti il problema dagli asettici aspetti tecnologici per abbracciare invece la sfera sociale ed umana. Affinché ciò avvenga, è necessario comprendere che la vera sfida non consiste in una fanatica conformità a norme e regole instillate da sovrastrutture, utili forse per eliminare qualche protozoo d'avanzo. L'accessibilità è un'azione corale di cambio culturale, di comprensione e analisi del percorso e del reale disegno nel quale ci muoviamo e in cui si possono anche inserire aspetti meramente tecnici, ma questi tecnicismi non sono e non possono essere considerati il traino per una rivoluzione culturale epocale che ci condurrà dritti nel futuro.

La realizzazione dell'era digitale non può essere un'imposizione, ma è un procedimento spontaneo di acquisizione e di interiorizzazione dei concetti e delle innovazioni da parte degli individui che costituiscono la società globale.

Per realizzare e portare a compimento un'era non basta una briciola di tempo calcolata in una manciata di mesi o anni, ma c'è bisogno di pazienza ed impegno affinché l'innovazione venga percepita, compresa ed interiorizzata come un elemento naturale e costituente della nostra quotidianità. Nessuno oggi si sorprende degli utensili in ferro o considera i piatti un'invenzione, sebbene un tempo anche queste "banalità" siano state una novità ed abbiano necessitato di tempo per essere accettate, diffuse ed entrare nella pratica quotidiana.

Analogamente, l'accessibilità richiede tempo affinché non venga più considerata un qualcosa di innovativo, progressista e positivo, ma diventi un naturale atteggiamento mentale, presupposto logico ed imprescindibile di qualunque progetto destinato a veicolare informazioni.

Le tecnologie di oggi ci possono permettere una maggiore facilità nel trovare, diffondere e confrontare informazioni ed idee, ma le tecnologie, ancora oggi, non possono influire sul pensiero e la mente umana. Non si sa quanto il concetto di era digitale ed il ruolo dell'Accessibilità impiegheranno per essere assorbiti ed interiorizzati dalla cultura e dal pensiero contemporaneo; per influenzare e manipolare il pensiero delle masse, forse, dovremo attendere l'era successiva.

Patrizia Bertini

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