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Volontariato e nonprofit
14/01/2011

A Kaunas il cuore del progetto Namas

Tra soli 6 mesi la casa famiglia di Kaunas (Lituania), realizzata grazie al consistente contributo economico della FABI e dei suoi iscritti, sarà pronta ad accogliere circa 35 ragazze maggiorenni provenienti dagli orfanotrofi del Paese ed a strapparle, così, alla miseria e allo sfruttamento.
 
 

 
In Lituania, quella dell’assistenza agli orfani è una vera e propria emergenza sociale. Basti pensare che nella sola città di Kaunas, si contano oltre 1000 bambini senza famiglia, figli che coppie indigenti abbandonano negli orfanotrofi cittadini. 
  
Il progetto NAMAS è rivolto ai numerosi orfani di Kaunas.
Da diversi anni, numerosi bambini degli orfanotrofi di Kaunas, in estate, vengono ospitati in Italia da famiglie bresciane con le quali hanno allacciato forti relazioni affettive al punto che alcuni di loro sono stati poi adottati od affidati alle stesse.
Altri orfani sono tuttora sostenuti anche in Lituania dalle famiglie che li hanno conosciuti.
In questi anni di rapporti con gli orfani ed i loro educatori il problema maggiore si verifica al momento di uscire dagli istituti.
Fino a quando sono nell’orfanotrofio sono seguiti, nutriti, studiano e socializzano; il disastro inizia per loro quando a 18 anni escono dall’istituto perché nessuno li segue né li sostiene.
Lo Stato ed il Comune non hanno previsto per loro un piano sociale di sostegno.
Alcuni anni fa, un ragazzo ed una ragazza, appena usciti dall’orfanotrofio si suicidarono ed altre ragazze furono coinvolte in giri di prostituzione.
 
Si è deciso, anche su richiesta delle famiglie che hanno conosciuto questi orfani, di predisporre un progetto di aiuto per loro. Analizzato e discusso il problema con gli interlocutori a Kaunas (l’Ufficio di Assistenza Sociale del Comune; l’Ufficio per la Tutela dei Diritti dei Minori del Ministero; le direttrici degli orfanotrofi) si è predisposto un progetto d’intervento che tuteli, sostenga e protegga l’uscita degli orfani ed il loro inserimento nella società.

Si trattava di costruire una casa ed attrezzarvi monolocali arredati da mettere temporaneamente a disposizione di coloro che usciranno dagli orfanotrofi; ospitarli il tempo necessario ad accompagnarli nell’inserimento sociale con l’aiuto dello psicologo, dell’assistente sociale e di una famiglia di riferimento; responsabilizzarli nell’utilizzo delle economie, nella gestione della vita autonoma, nella ricerca di un lavoro o nel completamento degli studi; infine aiutarli a trovare un alloggio definitivo quando saranno ritenuti idonei a lasciare la casa.
 
OGGI Il PROGETTO DIVIENE UNA REALTA'
 
La struttura è infatti quasi ultimata. I lavori esterni, iniziati a maggio del 2010, sono stati già conclusi e da febbraio si procederà a realizzare gli interni. “A giugno, salvo imprevisti”, dice Sergio Paterlini, sindacalista della FABI e promotore dell’iniziativa di solidarietà, “l’edificio sarà inaugurato”.
 
Una buona notizia sia per le giovani lituane che vi troveranno accoglienza, sia per la Segreteria nazionale e per tutti gli iscritti FABI che volontariamente hanno contribuito alla realizzazione dell’opera, con un sostanzioso investimento di durata triennale, e che quindi vedono finalmente premiati i loro sforzi economici.
 
Una volta aperta, la casa famiglia sarà gestita dai Servizi sociali di Kaunas. “Il comune”, racconta Paterlini, “si è già preso l’impegno di favorire l’inserimento lavorativo delle ragazze nella pubblica amministrazione locale, garantendo così un turn over annuale all’interno della struttura”.
 
I problemi per loro iniziano soprattutto quando, compiuti i 8 anni, devono lasciare le strutture d’accoglienza e provvedere al proprio mantenimento. Pochi ci riescono, la gran parte finisce vittima dell’alcolismo e del racket della prostituzione.
 
“Il progetto della FABI”, commenta Paterlini, “vuole rappresentare un primo concreto passo per cambiare le cose”.
 
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