Presentato a Milano il prestigioso Rapporto Assinform 2013. Per
l'Information Technology si chiude un 2012 negativo. Con la ripresa
economica mondiale si allarga il gap italiano nei confronti del resto
del mondo dove l’IT crescerà nel 2013 a +5,2% mentre in Italia è
prevista una perdita del 4,2%.
ANCORA IN DISCESA IL GLOBAL DIGITAL MARKET:
– 7,5% FATTURATO PRIMO QUADRIMESTRE 2013
STIMA A FINE 2013: ict – 4,2%
Milano, 13/6/2013 – “Nei primi quattro mesi del 2013 la crisi ha
colpito pesantemente il Global Digital Market, che ha registrato una
contrazione di -7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso,
essendo trascinato verso il basso dalle componenti tradizionali
dell’Ict, con le Tlc calate del 9,4% principalmente per effetto della
riduzione delle tariffe di terminazione e l’It attestata a -4,2%.
E’ questo un segnale fortemente negativo che, appesantito dai
ritardi accumulati nel processo di attuazione dell’Agenda Digitale e
dall’assenza di misure tese a favorire la ripresa degli investimenti in
innovazione e a risolvere fattori fortemente penalizzanti per le imprese
come il credit crunch, ci costringe a correggere in termini
peggiorativi lo scenario più pessimistico che avevamo delineato
all´inizio dell’anno, stimando che il Gdm chiuderà il 2013 a -4,2%, a
cui l’It contribuirà con un trend di -5,8%, mentre le Tlc si fermeranno a
-6,5%”.
E’ quanto ha dichiarato Paolo Angelucci, presidente di Assinform
nell’introdurre oggi a Milano il convegno di presentazione del 44°
Rapporto Assinform sull'Informatica, le Telecomunicazioni e i Contenuti
Multimediali.
“Se a livello mondiale - ha continuato Angelucci - la spinta verso
del Global Digital Market, che ha segnato + 5,2% nel 2012/11 e raggiunto
un valore di 4.219 miliardi di dollari, sta trainando l´economia
cresciuta del 3,5% nello stesso periodo, anche in Italia l’economia
digitale presenta aspetti di notevole potenzialità e vivacità con trend
allineati o superiori a quelli globali”. Scomponendo, infatti, il Gdm
italiano, che nel 2012 ha totalizzato un fatturato pari a 68.141 milioni
di euro e registrato un tasso annuo di -1,8% (con il Pil nazionale a
-2,4%), si rileva che le componenti innovative legate al web, che
rappresentano il 21% del mercato, hanno registrato un incremento del
7,5%. Così, se nel mondo la vendita di smartphone è cresciuta del 41% e
quella di Internet delle cose del 6%, in Italia i trend sono stati
rispettivamente di + 62% e + 22%. “Performance eccellenti – ha
commentato Angelucci – che tuttavia nelle condizioni attuali di
arretratezza della Pa, di oggettiva difficoltà delle imprese e di
mancanza di una strategia sistemica per lo sviluppo dell´innovazione,
rimangono fattori isolati, non in grado di diventare, come altrove,
volano della ripresa, né di incidere sul ritardo che il nostro paese sta
accumulando con le principali economie¨.
A questo riguardo i dati sono
impietosi. Da parte delle imprese, nel 2012, gli investimenti in
tecnologie digitali sono diminuiti per le grandi aziende dell’1,7%, per
le medie del 2,1% e per le piccole del 3%, mentre la percentuale di
fatturato attraverso l’e-Commerce si è attestata al 6% a fronte di una
media europea del 15%.
In Italia le abitazioni con accesso a banda larga si fermano al
55%, mentre la media Ue27 è del 73%, gli individui che non hanno mai
usato Internet rappresentano il 37% della popolazione, quelli che
acquistano on line si fermano al 15% a fronte di medie europee
rispettivamente del 22% e 35%, per l’utilizzo dell’e-banking siamo al
21% e per le interazioni on line con la Pa al 19%, mentre le medie Ue
viaggiano sul 40% e 44% rispettivamente.
“I tanti ritardi e digital divide italiani - ha concluso Angelucci -
indicano chiaramente che per attivare il circolo virtuoso della
crescita non ci si può affidare a provvedimenti spot, ma occorre un
impegno a tutto campo puntando su Agenda Digitale, Economia Digitale e
Politica Industriale per il settore It.
La realizzazione dell’Agenda digitale va posta al centro del
progetto di sviluppo del Paese al fine di creare le condizioni per la
modernizzazione della Pa e delle sue transazioni con i cittadini e con
le imprese.
Avviare il processo di digitalizzazione è assolutamente urgente, ma
per questo occorre rafforzare la governance attraverso l’assunzione
diretta di responsabilità nelle mani della Presidenza del Consiglio e
l´istituzione di un efficace coordinamento con le Regioni.
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