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Nuove tecnologie
21/07/2014

Rapporto Competenze Digitali 2014

Presentati a Milano i risultati dell'annuale Osservatorio Assintel sulle  Competenze digitali, con un Survey sulla gestione del Capitale Umano ed i sull'occupazione. Dal 2014 allo studio partecipano anche Assinform e Assinter.  Cresce lo skill shortage nel settore ICT nonostante il 43% di disoccupazione giovanile.

 
 
Capire il mercato del lavoro ICT è fondamentale per orientare le strategie, aziendali e politiche, legate allo sviluppo dell'economia digitale nel Paese. Il baricentro di tutto ciò è il "talento" digitale, che andrebbe ricondotto ad una logica di valorizzazione piuttosto che considerato come numero in un mercato oggi difficile.

E' da questa premessa che si sviluppa il nuovo Osservatorio delle Competenze Digitali, che integra un approccio numerico ai trend organizzativi e quantitativi con una visione qualitativa proiettata al Total reward e alle competenze.

In un contesto di crisi economica conclamata, le 122.608 imprese dell’Information & Communication Technology faticano ma resistono, soprattutto nelle dimensioni che riguardano il Capitale Umano. I dati ufficiali parlano di 539.483 (addetti regolari e atipici) del settore, con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo sostanzialmente stabile e con retribuzioni che finalmente recuperano potere d’acquisto (impiegati +2,7%, quadri +3,1%, unica eccezione i dirigenti con flessione del -0,2%).

Luci ed ombre che si confermano nei processi interni alle aziende ICT: nel recruitment si lamentano gap di competenze digitali specifiche, sia rispetto al percorso di studio dei neo assunti (48,1% dei rispondenti) sia nella disponibilità di specifiche competenze per Manager e Professional (oltre la metà dei casi); nella fase di valorizzazione spesso mancano processi strutturati di valutazione e carriera, soprattutto nelle piccole imprese, e la formazione subisce da anni tagli di budget consistenti.

RETRIBUZIONI

I segnali positivi sul fronte retributivo, uniti a un’inflazione stabilmente bassa (+1,2%), fanno recuperare potere d’acquisto ai lavoratori delle aziende ICT, in particolare agli Impiegati (+2,7%, € 27.333) e ai Quadri (+3,1%, € 52.468), mentre la categoria Dirigenti è in flessione del -0,2% (€ 98.803). I tre maggiori incrementi si sono visti nei Responsabili Commerciali (Quadri, +9,3%), nei Key Account Manager (Impiegati, +8,3%) e nei Tecnici ERP (+7,8%).

E’ in lieve crescita l’utilizzo della retribuzione variabile: viene erogata al 66,4% dei Dirigenti (incide per il 16,3% della retribuzione fissa), al 52,6% dei Quadri (incide per il 10,6%), al 23% per gli Impiegati (incidenza 23%). 
 

SVILUPPO E FORMAZIONE

Un’impresa ICT su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti: ciò è tanto più vero quanto più piccola è la sua dimensione, e il dato è preoccupante, visto che il 95% delle aziende ICT ha meno di 9 addetti. La valutazione è centrata sulle competenze trasversali e gestionali per i Manager (57,5%) e su quelle specialistiche per i Professional (56,5%) e i neo assunti (81,1%).
 

SKILL SHORTAGE NONOSTANTE LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Lo scollamento fra le esigenze aziendali e le competenze sviluppate nel percorso di studi è la prima difficoltà di reclutamento di nuovi assunti per la metà delle aziende ICT. 
La mancanza sul mercato di professionalità specifiche è al primo posto per Manager (55,7%) e Professional (64,2%). Ecco i tre ruoli strategici più richiesti: Account Manager (55,7%), Project Manager (50%), ICT Consultant (34%).

Alcune figure professionali sono tra le più difficili da reperire: Account Manager (35,8%), Software Developer (22,6%), Business Analyst (21,7%). Difficili da trovare sul mercato anche i Mobile Application Developer per gli Hardware Vendor (60%) e gli ICT Security Manager per le aziende di Digital Solutions (44,4%).


 
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