Nella classifica delle migliori Università al mondo, pubblicata dal settimanale The Economist nel mese di settembre, tra le prime 20 posizioni figurano ben 17 realtà statunitensi.
La statistica è basata su una serie di parametri chiave tra cui il numero di premi Nobel "prodotti", il numero di pubblicazioni, i brevetti registrati (per le realtà di tipo tecnologico) ecc…
La situazione a livello mondiale è notevolmente cambiata negli ultimi 15 anni con la massiccia entrata nel mercato della formazione di alto livello di colossi emergenti come Cina ed India: ottime università in tutta Europa e nel resto del mondo generano oggi un numero di laureati come non mai nella storia dell'umanità.
Ma se si punta alla "super league" delle Università gli Stati Uniti stanno ulteriormente distanziandosi dagli inseguitori.
Quello che distingue ancora oggi gli USA dal resto del mondo, secondo The Economist, non è semplicemente una questione di fondi come spesso superficialmente si può supporre, ma il risultato di una efficientissima capacità organizzativa dei vari Campus e nel contempo della loro indipendenza dallo Stato nelle scelte strategiche.
Nella speciale classifica dei leader della "Knowledge Economy" (vedi tabella allegata) non risulta alcuna realtà dell'Europa continentale. Anzi, secondo il settimanale inglese, Germania ed Italia in particolare, nonostante il prestigio e la "storia" di alcune grandi università nazionali, sono in forte declino nei confronti dei newcomers India e Cina.
