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Rassegna Stampa Estera
Nuove tecnologie
03/03/2006

ICT: l’avanzata del colosso India

Continua inarrestabile la crescita del settore informatico in India, favorito dalla imponente offerta di laureati in materie tecnico-scientifiche.



Se la Cina è la fabbrica del mondo, l’India si sta ponendo sempre più quale il Service-Center mondiale.

L’inizio della rivoluzione tecnologica indiana è avvenuto in sordina, inizialmente attraverso l’offerta di software applicativo di medio-buona qualità e basso costo e sua relativa manutenzione. Questa fase, partita all’inzio degli anni ’90, è stata seguita in termini dimensionali dalla costituzione, nei principali poli tecnologici indiani, di Call Center quali avamposti di grandi multinazionali americane ed europee. La creazione dei front-end  telefonici per lo smistamento e risoluzione di problematiche di primo livello è stata favorita e facilitata oltre che dal bassissimo costo del lavoro, anche dalla padronanza della lingua inglese, elemento comune con il mercato nordamericano e nordeuropeo.

Secondo Bill Gates la crescita di Microsoft nel mercato informatico indiano ha un solo grande limite: la velocità nel reperire gli ingegneri necessari a supportare tale espansione.
Anche Intel e Cisco, colossi dell’Hardware e delle Reti, intendono investire pesantemente (complessivamente più di due miliardi di Euro nei prossimi cinque anni nei soli centri di ricerca di Bangalore), nel mercato ICT indiano.

Il terzo grande e recentissimo cambiamento in fase evolutiva è quello che, come per la Cina nel settore industriale, potrebbe mettere in difficoltà il mercato del lavoro nei paesi occidentali: è sempre più alto il numero di aziende di software indiane che non si limitano a produrre, ma si inseriscono profondamente nella riprogettazione dei processi di business aziendali, attraverso la creazione di sofisticate soluzioni informatiche che non forniscono semplicemente un servizio ma tendono a rivoluzionare l’intero processo industriale del cliente.

Uno dei casi emblematici e’ rappresentato da  J.P. Morgan, la banca d’investimento americana che nel mese di dicembre 2005 ha annunciato di raddoppiare il proprio staff indiano portando a 9000 i dipendenti del proprio “avamposto”. L’incremento di personale non sarà solo indirizzato al rafforzamento del back-office, ma alla creazione di un gruppo di lavoro dedicato alla riprogettazione dei processi alla base della complessa infrastruttura informatica che gestisce il Mercato dei Derivati, una delle più sofisticate tipologie di transazioni finanziarie.

Grazie a tale rivoluzione, si stima che il mercato del lavoro in India vedrà incrementare  notevolmente nei prossimi anni il numero di ingegneri addetti all’ICT ed al BPR (Business Process Reingeneering): si passerà  dagli attuali 700.000 ai 2 milioni e trecentomila occupati nel 2010. 


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