L’I.A. rivoluzionerà il nostro lavoro e la nostra vita. Riusciremo a “sopravvivere” a questo nuovo mondo? Ne abbiamo parlato con Marco Camisani Calzolari, famoso inviato tecnologico di “Striscia la notizia” ed autore del libro “Cyberumanesimo”, a seguito dell’incontro in Torino all’IT Day 2024.
L’INTERVISTA
Marco, ci racconti come sei diventato famoso al grande pubblico?
Parlando di tecnologia ero già conosciuto da anni nel mio settore, poi grazie a RTL 102.5 e grazie alla RAI il pubblico ha cominciato a conoscermi, ma niente di paragonabile a “Striscia la notizia” che mi ha dato la possibilità di raggiungere la grande massa di persone. Quello che per me è importante è a cosa è servita questa visibilità: io, vivendo a Londra da 15 anni, non ho il riscontro tipico di essere riconosciuto per strada come accade invece quanto torno in Italia, per cui non vivo la notorietà in modo così esasperato. Per me l’aspetto importante di arrivare a tutte quelle persone è riuscire ad aiutare la gente a “salvarsi” da problemi tecnologici e dalle truffe online, conoscere il mondo delle tecnologie, fare scelte giuste per i propri figli, tutte cose che posso realizzare grazie a “Striscia la notizia”, perché “di mio” non raggiungerei ovviamente tutto quel pubblico.
Ci parli del tuo nuovo libro, “Cyberumanesimo”, che vede la prefazione di Padre Paolo Benanti, consigliere del Santo Padre e del governo italiano per l’I.A.?
L’argomento del libro è il comprendere cosa sta accadendo nel mondo digitale, con un grande focus sull’Intelligenza Artificiale e come questo può cambiare le nostre vite. L’obiettivo del libro è quello di, attraverso la filosofia del Cyberumanesimo, sollecitare le persone ad affrontare questi cambiamenti ricordandoci che l’essere umano
dovrebbe sempre essere messo al centro dell’attenzione. Ovvero non lasciare che le “macchine” decidano troppo per noi e facciano scelte sulla base di meccanismi che a noi sono sconosciuti.
Nel tuo nuovo libro dedichi un capitolo alla finanza, qual è il tuo rapporto con le banche online?
La finanza non è un tema che conosco bene, se non da quando l’ho affrontato con il capitolo dedicato nel libro, in merito al rapporto tra finanza e Intelligenza Artificiale. Dal punto di vista bancario invece, sono stato da sempre un precursore dell’online banking. Sono stato uno dei primi ad utilizzare i servizi di banca online, anzi ho anche consigliato molte banche su come approcciare questo servizio.
Ho sempre “fatto fatica” ad accettare di dover fisicamente recarmi in banca. Da quando vivo in Inghilterra, poi, è tutto diventato per me più semplice. Qui praticamente ormai si fa tutto online e molte banche da tempo sono esclusivamente in rete. L’importante è che il servizio sia veramente “usabile”. A volte anche gli aspetti legali delle singole nazioni influenzano la semplicità dell’utilizzo dei servizi online. Qui in Inghilterra se mando una mail, chiunque l’accetta come richiesta. Non firmo documenti fisicamente da molto tempo, non “uso carta” da una vita, ci sono delle cose che invece in Italia, non sono “usabili” per legge. Se in UK perdo la mia carta di credito, non devo fare una denuncia come in Italia e la mia banca me la riemette in pochissime ore. Stesso discorso vale ad esempio per la patente di guida. Le banche e le varie associazioni dovrebbero lavorare affinché questi obblighi vengano rimossi. Io cercherei di “snellire” tutte le sovrastrutture burocratiche che rendono difficile l’usabilità dei servizi online.