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Rassegna Stampa Estera
Mercato del lavoro
20/02/2012

Come cambia il giornalismo in Italia

Analisi condotta da LSDI sulla base degli ultimi dati forniti dall’ Inpgi (l’ istituto di previdenza dei giornalisti), dall’ Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa.
 
 
 
 
Via LSDI:
 
Sulla base di una serie di nuovi elementi forniti dall’ Inpgi,  Lsdi approfondisce la situazione economica e quella demografica nel campo dell’ attività giornalistica in Italia – L’ analisi delinea un ampio segmento di pubblicisti  interno alla professione (o  immediatamente contiguo), che ormai ha poco a che fare con il pubblicismo classico, e che è già a pieno diritto nella sfera del  giornalismo professionale – Oltre 9.000 sono infatti i pubblicisti con un reddito annuo superiore ai 5.000 euro.
 
Ma conferma anche il forte gap di condizioni economiche fra lavoro autonomo e lavoro subordinato e la presenza di una ampia fascia di redditi particolarmente bassi: di fronte a un salario medio dei giornalisti pari a 51.027.000 euro annui, nel 2010  il 34,6% dei rapporti di lavoro complessivi (16.877 su 48.789) generavano un reddito inferiore ai 5.000 euro annui
 
Nuovi dati forniti dall’ Inpgi consentono di approfondire il quadro reddituale e quello demografico della professione giornalistica in Italia delineato in ‘’Una professione sempre più frammentata’’.
  
Due gli elementi che emergono con chiarezza:
 
    1) La presenza di un ampio segmento interno al pubblicismo (circa il 30% dei pubblicisti iscritti all’ Ordine) che ormai ha poco a che fare con il pubblicismo classico ed è già a pieno diritto nella sfera del  giornalismo professionale
 
    2)  Le condizioni reddituali molto basse di un’ ampia fascia di professione.
 
  
   
Per maggiori informazioni e per scaricare lo studio:
 
 

Lsdi_2012.pdf

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