Reporters Sans Frontières e Information Safety Freedom riportano la notizia secondo cui gli iraniani che contattano le televisioni satellitari che trasmettono da fuori i confini del Paese per fornire notizie sulle proteste nella Repubblica islamica, saranno puniti per legge.
Dopo la condanna a 12 anni di lavori forzati comminata alle due giornaliste americane di CURRENT TV per "ingresso illegale" nel paese è partita la campagna mediatica globale per la loro liberazione. Il Report di Information Safety & Freedom.
Il quotidiano spagnolo "Cinco Dias" commenta i risvolti dell'operazione strategica di FIAT che, iniziata negli USA con Chrysler, si è spostata in Germania con OPEL e "minaccia" anche ricadute occupazionali nell'industria spagnola dell'auto.
Information Safety and Freedom riporta la notizia della scarcerazione della giornalista irano-americana Roxana Saberi. La liberazione segue la decisione della corte d'appello iraniana di ridurre a due anni con sospensione la pena per la giornalista accusata di spionaggio.
Il quotidiano americano New York Times commenta la possibile acquisizione da parte di FIAT della "filiale europea" di General Motors, Opel, a pochi giorni dall'operazione su Chrysler.
La EFES nella sua Rassegna Stampa segnala 2.273 articoli nel mese Marzo 2009 (di cui 1.582 sulle stock options e 242 sulle coooperative). La selezione vede 100 articoli in 15 Paesi provenienti dall'intero Pianeta.
Tra i numerosissimi articoli della stampa estera relativi alla tragedia che ha colpito l'Aquila si segnala il punto di vista dello spagnolo "El Pais" che sottolinea il livello della preparazione e professionalità raggiunta dalla nostra Protezione Civile.
Da lunedì sera, il sito è irraggiungibile sia a Pechino che a Shanghai. La decisione, forse, dopo la comparsa di foto su un incidente tra navi cinesi e Usa o per la crescente protesta relativa alla situazione in Tibet.
Secondo il recente Rapporto pubblicato da Reporters Sans Frontières, la Cina è lo stato dove la liberta di espressione su Internet è maggiormente messa a rischio.
Secondo l'Agenzia Internazionale "Asia News", per la giunta militare birmana la tv via satellitare è una “minaccia decadente” che “mette a rischio il nazionalismo”.